venerdì, 29 Marzo 2024

Rapimento Eitan, indagata la nonna. Lo zio: “Tornata prima dall’Italia per sviare i sospetti”

Per il sequestro di Eitan anche la nonna materna è indagata. Lo ha dichiarato lo zio Nirko alla radio israeliana radio 103 Fm Or. Secondo l'uomo, la donna era in Italia al momento del rapimento e sarebbe rientrata con un volo il giorno prima, per non essere sospettata di complicità nel rapimento.

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Etty Peleg, la nonna materna di Eitan Biran, è indagata per il sequestro del bambino di 6 anni. La donna sarebbe stata complice del suo ex marito, Shmuel Peleg, 58 anni, ex militare. Lo ha dichiarato lo zio Nirko in un’intervista ad una radio israeliana; l’uomo è il marito di Aya Biran, affidataria in Italia dell’unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. Secondo Nirko, la donna era in Italia al momento del rapimento e sarebbe rientrata con un volo in Israele il giorno prima, per non essere accusata di complicità. Nirko ha detto ai microfoni di radio 103 Fm Or: “Abbandonerò la lotta legale solo dopo che i rapitori saranno finiti in carcere. Non credo che Eitan arrivi a comprendere di essere stato stato rapito. Mi immagino che la famiglia materna lo abbia convinto che lui sia tornato in una vacanza e che non sappia del reato compiuto a suo danno. Potete immaginarvi come ci sentiamo. L’unica cosa che ci interessa in questo momento è il bene del bambino.”

Riguardo le accuse nei confronti della donna, indagano i pm con la Squadra mobile. Di diverso avviso il legale di Etty, Francesco Caroleo Grimaldi: “Non mi risulta ci siano indagini in corso su di lei, ma solo sul fronte dei risarcimenti per la tragedia della funivia”. Nel frattempo l’avvocato Cristina Pagni, che assiste Aya, è andata a parlare col giudice tutelare di Pavia, l’obiettivo è quello di attivare la Convenzione internazionale dell’Aja per assicurare il rientro del minore presso l’affidatario e il Paese di residenza nei casi di sottrazione internazionale; lo stesso Tribunale aveva precedentemente ordinato il divieto di espatrio per il piccolo, a meno che non fosse accompagnato o autorizzato dalla zia.

Già domenica, Aya Biran-Nirko, la zia paterna e tutrice legale del bambino, insieme ai suoi legali, aveva rivelato che il nonno materno, Shmuel Peleg, era stato condannato in passato per maltrattamenti nei confronti della sua ex moglie e tutti i suoi appelli erano stati respinti in 3 gradi di giudizio. Davanti a queste accuse i legali Shmuel Peleg, in particolar modo l’avvocatessa Sara Carsaniga ha controbattuto: “Siamo stanchi di attacchi ingiustificati e vogliamo rimettere ordine in una situazione in cui non esiste nessuno nonno maltrattante: è una vicenda di 20 anni fa e la stessa nonna ha ridimensionato l’accaduto. Esiste solo un nonno stupendo e una famiglia stupenda a cui sono stati negati rapporti significativi, come richiesto dal giudice”. Carsaniga ha aggiunto a LaPresse: “Shmuel è una persona splendida, non so cosa gli sia saltato in mente. Dopo essere stato estromesso dagli atti e dalle udienze e preoccupato dalle condizioni di salute del nipotino, ha agito d’impulso. Ora attendiamo i doverosi accertamenti della magistratura”. Nel frattempo la nonna Etty, ex moglie di Shmuel, al momento del divorzio era riuscita ad accusarlo e ottenere la condanna per quelli stessi  maltrattamenti.

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