mercoledì, 1 Maggio 2024

Pedopornografia, ricattava minori dopo abusi e violenze: arrestato 27enne

Le indagini sono partite dalla denuncia di una ragazza di sedici anni, nell'agosto del 2017, ed ha svelato una rete di abusi che coinvolge altre cinque minorenni, di età compresa fra i 13 e 16 anni: tutte vittime di un consolidato modus operandi.

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Prima ne conquistava la fiducia, poi, abusava e ricattava le sue vittime minori, minacciandole di pubblicare le loro foto osé. Un meccanismo di violenze senza fine che sarebbe stato messo in piedi da un 27enne siciliano, arrestato dai Carabinieri a Catania con l’accusa di abusi e violenze seriali nei confronti di minorenni.

Il Gip del Tribunale di Catania ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa nei confronti del 27enne, Orazio Giuseppe Battaglia, per abusi e violenze seriali nei confronti di minorenni. Dovrà rispondere dei reati di pornografia minorile, prostituzione minorile, estorsione e atti persecutori con le aggravanti della minorata difesa e dei motivi abbietti.

Le indagini sono partite dalla denuncia di una ragazza di sedici anni che, nell’agosto del 2017, ha raccontato di essere stata contattata sui social dall’indagato e di essere stata vittima di abusi sessuali da parte del giovane. Immediatamente la Procura di Catania, che ha coordinato l’indagine condotta dal Nucleo Operativo dei carabinieri di Catania, ha disposto il sequestro del cellulare di Battaglia. Dalla successiva analisi dei contenuti è stata riscontrata la veridicità del racconto della sedicenne ed è stata svelata la rete di abusi che coinvolge altre cinque minorenni, di età compresa fra i 13 e 16 anni: tutte vittime di un consolidato modus operandi.

L’indagato individuava in rete le ragazze più fragili, raccoglieva informazioni personali su di loro e, utilizzando chat e videochiamate, instaurava un rapporto confidenziale con loro. Dopo aver conquistato la fiducia delle ragazze, chiedeva loro con insistenza che gli inviassero foto o video osé.

L’insistenza, poi, si trasformava in un vero e proprio ricatto quando il 27enne, secondo i racconti delle vittime, minacciava di raccontare le conversazioni o di inviare le foto compromettenti ai genitori, ai fidanzati, ai servizi sociali o ai Carabinieri. L’indagato avrebbe persino affermato di essere pronto a pubblicare i numero di telefono delle minori su internet, terrorizzandole ed estorcendo loro l’invio di altro materiale pedopornografico.

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