La querelle fra i partiti al governo si inasprisce ogni giorno di più. Lo scontro vero e proprio si consumerà nelle commissioni Finanze di Camera e Senato, che entro il 30 giugno dovranno presentare il loro documento di indirizzo sulla legge delega, funzionale poi alla riforma del fisco.
Matteo Salvini non ha dubbi: “Sulla flat tax ci arriveremo, siamo pazienti e cocciuti. Magari non ci arriveremo ora, con Conte, Grillo e Letta, ma prepariamo il terreno mattoncino dopo mattoncino”; intanto, nello sgomitare per i posti in maggioranza, Enrico Letta non fa neanche un passo indietro sulla proposta della tassa sulle eredità milionarie per garantire una dote da 10 mila euro ai diciottenni
A riguardo, è arrivata una risposta fredda del presidente del consiglio Mario Draghi, oltre che un duro rifiuto di Salvini, che ha definito “assurda” la proposta del Pd e ha commentato: “Semmai, tassiamo le multinazionali, senza fare nomi e cognomi: Amazon”.
Nonostante questa guerriglia che sembra non trovare risoluzione, il presidente della commissione Finanze di Palazzo Madama, Luciano D’Alfonso (Pd), è ottimista a riguardo, e dichiara: “Riusciremo a trovare una sintesi. Adesso siamo nella fase in cui nei partiti prevale il comprensibile sforzo della riconoscibilità identitaria, ma presto arriverà l’assestamento. Ricordo che l’Ue guarda con attenzione a questa riforma, in ottica ‘esercizio Recovery”.
Viene da constatare però, che nonostante l’ottimismo di D’Alfonso, troppi sono i temi in discussione che alimentano il dibattito tra partiti. Per esempio, la proposta dei democratici, che prevede che un’aliquota sulle eredità e le donazioni da più di 5 milioni, possa salire gradualmente dall’attuale 4% a un massimo del 20%.
A tal proposito, Letta ha twittato: “Il nostro è un Paese davvero dal cuore d’oro”, ironizzando su chi critica la ‘nuova’ tassa, e ha poi aggiunto: “Vedo solidarietà diffuse a quell’1% più ricco del nostro Paese”, su cui ricadrebbe il peso di finanziare la dote ai diciottenni.
E a chi gli chiede di usare il Recovery, il segretario Dem ha risposto perentorio: “Assurdo. Perché ora finanziamo soprattutto a debito e quel debito, domani, lo pagheranno gli stessi giovani di oggi”. Non solo i Dem di Letta, ma anche Forza Italia ha ribadito il suo dissenso: “Dare soldi ai giovani per diventare imprenditori senza prima preoccuparsi della loro istruzione e formazione è solo una proposta demagogica e di corto respiro”, ha commentato la capogruppo dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini.
Ancora, il capogruppo alla Camera, Roberto Occhiuto: “Nonostante la sberla ricevuta da Draghi, Letta continua. Ribadiamo il concetto: con Forza Italia al governo si lavorerà esclusivamente per abbassare la pressione fiscale”.