venerdì, 26 Aprile 2024

Napoli, usura estorsione e minacce: arrestate madre e figlia. In casa 160mila euro

La vittima, a fronte dei 10mila euro prestati, ne ha restituiti 26mila, in più ogni settima era obbligata a portare la spesa a casa delle due donne

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Stamattina il personale della Squadra Investigativa del Commissariato di P. S. Giugliano — Villaricca ha dato esecuzione a 2 ordinanze applicative della misura cautelare della custodia in carcere, emesse dal Gip presso il Tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura della Repubblica, a carico di due donne, madre e figlia, residenti in Villaricca, raggiunte da gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di usura, estorsione, violenza privata aggravata. Lo rende noto l’Ufficio Stampa della Questura con un comunicato arrivato in redazione.

Le due donne risultano indagate per il reato di usura in concorso con un altro soggetto, loro congiunto, già condannato nonché destinatario di ordinanze cautelari per condotte di reato di tenore analogo a quelle oggi contestate. Nel corso delle indagini il predetto soggetto è deceduto. Le indagini, iniziate a seguito della denuncia di un soggetto vittima di usura, condotte anche attraverso attività di intercettazione, hanno permesso di delineare un grave quadro indiziario a carico dei predetti indagati.

È emerso con chiarezza come i soggetti monitorati fossero soliti concedere prestiti ad amici, parenti, conoscenti, dietro pagamento di interessi usurari, obbligando le vittime a versare periodicamente rate a solo titolo di interessi sul debito. Nel caso di specie la vittima, a fronte di un prestito di 10mila euro, ha restituito, obbligata, una somma pari ad oltre 26mila euro nell’arco di due anni. Nonostante ciò, gli indagati ritenevano che la persona offesa dovesse ancora restituire metà del prestito ricevuto. Oltre al denaro, la vittima è stata costretta a consegnare altre utilità, nello specifico grossi quantitativi di beni alimentari, recapitati gratuitamente ed a cadenza settimanale.

Le indagate, con chiaro intento intimidatorio, nel rapportarsi alla vittima hanno fatto riferimento a più riprese al suicidio, avvenuto nel luglio 2018, di un imprenditore vessato dalle continue richieste usurarie ed estorsive avanzate proprio dal loro congiunto poi deceduto. In tal modo la persona offesa è stata intimorita con la possibilità di poter incorrere in analoga sorte qualora non avesse dato seguito a tutte le illecite richieste che gli venivano rivolte.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari sono state disposte ed eseguite perquisizioni a carico delle due indagate, presso l’abitazione dell’originario coindagato recentemente deceduto, nonché nei confronti di altri due soggetti a vario titolo coinvolti nelle indagini, al fine di acquisire ulteriori elementi di prova. Le attività davano positivo riscontro, consentendo di rinvenire presso l’abitazione delle due donne, tra le altre cose, una considerevole somma di denaro, occultata in vari punti della casa, per un importo complessivo superiore ai 160mila euro.

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