domenica, 28 Aprile 2024

Strage di Erba, il padre delle vittime Azouz parla della revisione come sua rivincita: che venga fuori la verità

L'udienza di revisione, che si tiene quasi 18 anni dopo la strage, riapre il dibattito sui tragici eventi accaduti quella sera dell'11 dicembre 2006 a Erba, dove Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk e la nonna materna del bambino, Paola Galli, persero la vita.

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Azouz Marzouk, padre e marito delle vittime della strage di Erba, si è presentato oggi all’udienza di revisione del processo a Brescia con una determinazione palpabile. Considera questa revisione come una rivincita personale, una possibilità di far finalmente emergere la verità e ottenere giustizia per la sua famiglia.

“Emozionato, stiamo avendo la nostra rivincita”, ha dichiarato Marzouk all’ingresso dell’aula. “Inizialmente pensavo che Olindo e Rosa fossero colpevoli, ma già nel primo anno dopo il massacro ho cambiato idea e ora credo che non è stata fatta giustizia. Oggi possono riparare.”

Marzouk ha espresso disaccordo riguardo alla pista della droga, comunemente accettata come motivazione dietro la strage. Questa narrazione danneggia la sua reputazione, soprattutto considerando che si sta trasferendo in Italia. “Credo non sia stata fatta giustizia e ora spetta ai giudici farla”, ha sottolineato.

L’udienza di revisione, che si tiene quasi 18 anni dopo la strage, riapre il dibattito sui tragici eventi accaduti quella sera dell’11 dicembre 2006 a Erba, dove Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk e la nonna materna del bambino, Paola Galli, persero la vita.

Olindo e Rosa, i condannati all’ergastolo per il quadruplice omicidio, sono presenti in aula ma non saranno visibili ai giornalisti accreditati, che potranno seguire l’udienza solo tramite schermi nella sala adiacente. I parenti delle vittime hanno scelto di rimanere lontani dai riflettori mediatici.

Le telecamere in aula sono state autorizzate, ma Olindo e Rosa hanno ottenuto di non essere ripresi, il che segna un primo atto di esclusione dei giornalisti dall’udienza. La situazione attuale rimane incerta per la stampa, che non ha avuto accesso all’audio dell’aula e agli interventi delle parti riguardanti le telecamere. La scritta “La legge è uguale per tutti” continua a essere proiettata sugli schermi della sala stampa, simboleggiando l’importanza dell’equità e della trasparenza nel processo legale.

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