domenica, 28 Aprile 2024

Israele, piano Netanyahu per il dopo Hamas: “Funzionari locali e chiusura Unrwa”

L'obiettivo principale del piano è quello di sostituire Hamas, che ha preso il controllo della regione nel 2007, con "funzionari locali" in grado di amministrare i servizi nella zona.

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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha presentato al gabinetto di sicurezza un piano dettagliato riguardante il periodo successivo al conflitto con Gaza, con l’intento esplicito di stabilire un nuovo ordine amministrativo nella Striscia. L’obiettivo principale del piano è quello di sostituire Hamas, che ha preso il controllo della regione nel 2007, con “funzionari locali” in grado di amministrare i servizi nella zona. Questo documento, distribuito nella notte, rappresenta un riepilogo dei principi che Netanyahu ha sottolineato fin dall’inizio del conflitto, ma è la prima volta che viene formalmente presentato al governo.

Il piano non menziona esplicitamente l’Autorità Palestinese né esclude la sua partecipazione al governo post-conflitto di Gaza. Tuttavia, si fa riferimento a “funzionari locali” con esperienza amministrativa, preferibilmente non affiliati a Paesi o entità considerate sostenitrici del terrorismo. Secondo l’ufficio di Netanyahu, il documento si basa su principi ampiamente accettati dalla comunità internazionale e servirà da base per i futuri colloqui.

Il primo punto del piano sottolinea che le operazioni militari israeliane a Gaza continueranno finché non saranno raggiunti determinati obiettivi, tra cui la distruzione delle capacità militari e delle strutture governative di Hamas e Jihad Islamica, nonché il ritorno degli ostaggi rapiti il 7 ottobre. Israele mantiene inoltre la libertà di operare nella Striscia per prevenire future minacce alla sicurezza.

Il piano prevede anche la creazione di una zona cuscinetto sul confine palestinese della Striscia e impone una chiusura a sud, in collaborazione con l’Egitto, per contrastare il terrorismo e il contrabbando.

In una fase intermedia, Israele mira a mantenere il controllo della sicurezza nell’intera area a ovest del fiume Giordano e a promuovere un processo di “deradicalizzazione” a Gaza. Inoltre, il piano propone la chiusura delle attività dell’UNRWA nella Striscia, sostituendole con organizzazioni umanitarie internazionali ritenute più responsabili.

La risposta palestinese non si è fatta attendere. Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas, ha dichiarato che “Gaza farà parte solo dello Stato palestinese indipendente, con Gerusalemme come capitale”, e ha condannato il piano di Netanyahu come un tentativo di perpetuare l’occupazione e di impedire la creazione di uno stato palestinese.

Il piano di Netanyahu solleva una serie di questioni complesse e sollecita reazioni contrastanti, alimentando ulteriori tensioni e dibattiti sulla soluzione del conflitto israelo-palestinese.

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