lunedì, 6 Maggio 2024

Iran, i numeri spaventosi della “macchina del terrore”: 582 esecuzioni nel 2022

Stando ai rapporti delle organizzazioni internazionali "Iran Human Rights" e "Against the Death Penalty", le massime autorità di Teheran avrebbero messo in moto una macchina del terrore, condannando non soltanto i manifestanti delle proteste anti regime, ma anche i detenuti accusati di reati diversi e minori, allo scopo di creare paura nella popolazione civile.

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In Iran, nel 2022, sarebbero state eseguite 582 condanne a morte. Si tratterebbe del 75% in più rispetto a quelle certificate nel 2021 e di un numero dieci volte superiore a quello del 2020. Il dato è stato riportato da due Organizzazioni internazionali, Iran Human Rights, con sede in Norvegia, e Against the Death Penalty, con sede a Parigi. Il numero sarebbe aumentato a causa delle proteste in seguito alla morte della 22enne curda Mahsa Amini, deceduta durante la detenzione in carcere con l’accusa di non aveva indossato correttamente l’hijab, il copricapo che le donne sono tenute a portare in pubblico secondo la legge islamica.

Stando ai Rapporti, le massime autorità di Teheran avrebbero messo in moto una vera e propria macchina del terrore, condannando non soltanto i manifestanti delle proteste anti regime, ma anche i detenuti accusati di reati diversi e minori, allo scopo di creare paura nella popolazione civile. “Le reazioni internazionali contro le esecuzioni hanno complicato i procedimenti per la Repubblica islamica. Così, per compensare e diffondere la paura, le autorità hanno intensificato la esecuzioni per reati non politici“, ha dichiarato il direttore di Iran Human Rights, Mahmood Amiry Moghaddam. Tra i reati “non politici” più condannati ci sarebbero esecuzioni legate a detenzione e spaccio di droga. Delle 582 accertate, il 44% sarebbero legate a reati di tal genere.

Secondo i risultati di un sondaggio condotto dall’agenzia statunitense Gallup e pubblicato il 7 aprile scorso, l’80% degli iraniani sarebbe contrario alle ingerenze degli USA su Teheran, poiché non credono nella possibilità che l’Occidente possa realmente aiutare i Paesi oppressi della regione. Il sondaggio ha coinvolto 13 Paesi a maggioranza musulmana, compreso l’Iraq. Soltanto un iracheno su quattro crede che le potenze occidentali vogliano realmente aiutare economicamente Baghdad. Di tutte le categorie intervistate, gli iraniani sarebbero i meno fiduciosi nel supporto americano. I media al servizio di Teheran hanno colto l’occasione per sostenere che la Repubblica islamica starebbe godendo del supporto da parte della popolazione locale.

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