domenica, 28 Aprile 2024

Caso Orlandi, il fratello Pietro per 8 ore in Vaticano: “Ho fatto nomi e cognomi. C’è volontà di chiarezza”

Al termine del lungo colloquio Pietro Orlandi, fratello di Emanuela scomparsa 40 anni fa, ha affermato: "Sono sereno. Il fatto stesso che il promotore di giustizia abbia ricevuto da Papa Francesco e dal Segretario di Stato il compito di fare chiarezza e non fare sconti a nessuno è significativo. Se ci sono responsabilità, anche in alto, io non mi tiro indietro".

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Al Vaticano si è tenuto un colloquio di oltre 8 ore tra Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la 15enne cittadina vaticana scomparsa a Roma 40 anni fa, il 22 giugno 1983, e il promotore di giustizia Alessandro Diddi, colui che lo scorso anno ha riaperto l’inchiesta sul caso. Durante l’incontro i due hanno parlato della famosa “trattativa Capaldo”, del trasferimento di Emanuela a Londra, della pista della pedofilia e degli screen shot dei messaggi in possesso con l’avvocato della famiglia, Laura Sgrò.

È stato un incontro positivo in cui Pietro Orlandi pare abbia potuto fare maggiore chiarezza. “Sono sereno. Mi hanno ascoltato e hanno accettato tutto quello che avevo da dire, sottolineando che auspicano la massima collaborazione con la Procura di Roma e le altre istituzioni italiane – ha dichiarato il fratello di Emanuela -. Ho fatto nomi e cognomi delle persone che secondo me dovrebbero interrogare, anche di alti prelati come il cardinale Re che stava sempre a casa nostra e altri personaggi eccellenti”. “Da 3 anni chiedevo di essere ascoltato – ha continuato Orlandi – Questo è un momento importante perché a qualcosa deve portare. Il fatto stesso che il promotore abbia ricevuto da Papa Francesco e dal Segretario di Stato il compito di fare chiarezza e non fare sconti a nessuno è significativo, se ci sono responsabilità, anche in alto, io non mi tiro indietro”.

Orlandi ha affermato come il magistrato gli abbia garantito “che le indagini andranno avanti sicuramente fino alla fine”, in quanto, dopo aver ascoltato già diverse persone pare abbiano “già dei documenti su cui lavorare“. “Io gli ho detto che sono contento di questo cosa, gli ho detto che io sono contento proprio del fatto che lui ha detto che non farà sconti a nessuno – ha aggiunto Orlandi -. Sicuramente ci sono delle responsabilità interne al Vaticano. Ho ribadito il fatto che io sono convinto che Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco siano stati e siano a conoscenza di quello che è avvenuto e forse c’è stato un cambiamento nella volontà e hanno deciso magari di fare chiarezza”. In merito ai funerali di Ratzinger, gli hanno poi assicurato che non ci sarebbe “nessuna coincidenza”.

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