sabato, 27 Aprile 2024

Allarme siccità, in Tunisia interrotte risorse idriche per 7 ore a notte: rischio crisi economica e sociale

Il funzionario del ministero dell'Agricoltura Hamadi Habib ha detto che la Tunisia, al suo quarto anno consecutivo di grave siccità, ha registrato un calo della capacità delle sue dighe a circa 1 miliardo di metri cubi. I sindacati degli agricoltori hanno espresso timori per la prossima stagione, in particolare per quanto riguarda i cereali.

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“La Tunisia interromperà l’approvvigionamento idrico ai cittadini per sette ore a notte in risposta alla peggiore siccità mai registrata nel Paese”, questo quanto affermato dalla società statale di distribuzione idrica SONEDE.

Mentre si prepara un’altra estate torrida, il Paese colpito dalla siccità ha annunciato altre rigide restrizioni sull’uso dell’acqua, compreso il divieto di utilizzare l’acqua potabile per l’irrigazione di terreni agricoli e spazi verdi, per la pulizia di aree pubbliche e automobili.

Nuove decisioni ministeriali

Il ministero dell’Agricoltura ha anche vietato l’uso dell’acqua potabile per lavare le auto, irrigare aree verdi e pulire strade e luoghi pubblici. I trasgressori rischiano una multa e la reclusione per un periodo da sei giorni a sei mesi. I residenti hanno detto che le autorità tunisine hanno bloccato l’acqua potabile di notte in alcune zone della Capitale e in altre città nel tentativo di ridurre i consumi, una mossa che ha suscitato rabbia diffusa. Tuttavia, tale decisione rischia di alimentare la tensione sociale in un Paese i cui cittadini soffrono di servizi pubblici scadenti, alta inflazione e un’economia debole.

Dichiarazioni della società di distribuzione idrica

La società di distribuzione idrica statale unisia SONEDE ha dichiarato venerdì 31 marzo che taglierà l’approvvigionamento idrico ai cittadini per sette ore a notte. Questa decisione è stata presa in risposta alla peggiore siccità mai registrata nel paese. In precedenza, il ministero dell’Agricoltura tunisino aveva introdotto un sistema di quote per l’acqua potabile che ne vietava l’uso in agricoltura fino al 30 settembre. La siccità in Tunisia è ora al suo quarto anno. Le dighe del Paese nordafricano sono ai minimi critici dopo anni di siccità, esacerbate dalle perdite di gasdotti in una rete di distribuzione decrepita.

Le parole di Hamadi Habib

“La Tunisia ha registrato un calo della capacità della sua diga a circa un miliardo di metri cubi, ovvero il 30% del massimo”, ha detto Hamadi Habib, alto funzionario del ministero dell’Agricoltura.

I sindacati degli agricoltori hanno espresso timori per la prossima stagione, in particolare per quanto riguarda i cereali. Uno scarso raccolto interno aggraverebbe i problemi della Tunisia nell’approvvigionamento di farina sufficiente a fronte dell’impennata dei prezzi internazionali del grano dall’invasione russa dell’Ucraina, all’inizio dello scorso anno. Inoltre, la Federazione tunisina per l’agricoltura e la pesca ha affermato che migliaia di ettari di terreno agricolo rischiano di essere lasciati incolti a causa della mancanza di pioggia.

“La stagione dei cereali di quest’anno sarà catastrofica – non ci sarà un raccolto”, ha detto il portavoce Anis Kharbech ai media tunisini. Affermando che i raccolti previsti non sarebbero nemmeno sufficienti per fornire i semi per il raccolto del prossimo anno.

Gravi danni al settore agricolo

Il settore agricolo tunisino di solito rappresenta il 10% del prodotto interno lordo (PIL). La diga di Sidi Salem nel nord del paese, un fornitore chiave di acqua potabile per diverse regioni, è scesa solo al 16% della sua capacità massima di 580 milioni di metri cubi, secondo i dati ufficiali.

Il raccolto di grano della Tunisia sarà “disastroso“, in quanto gravemente colpito dalla “siccità che scenderà a 200mila-250mila tonnellate quest’anno rispetto alle 750mila tonnellate del 2022″, secondo quanto affermato dall’alto funzionario del sindacato degli agricoltori Mohamed Rjaibia.

Dati che non fanno altro che confermare quanto già affermato dagli scienziati, ovvero che le ondate di caldo ricorrenti sono un chiaro indicatore del riscaldamento globale causato dall’uomo e che le siccità in tutto il mondo sono destinate a diventare più frequenti, più lunghe e più intense.

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