martedì, 23 Aprile 2024

L’alternanza scuola-lavoro diventa educazione alla militarizzazione. Nasce in Italia un ente per il controllo di questa tendenza.

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Su proposta dell On. Elisabetta Piccolotti (appartenente ad Alleanza Verdi-Sinistra) si è tenuta la mattina del 9 Marzo scorso, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, la conferenza stampa di presentazione dell’Osservatorio contro la militarizzazione nelle scuole. Nasce per la prima volta in Italia, un ente che si propone di monitorare la continua crescita e la conseguente attività di denuncia circa quel processo di militarizzazione rilevato ormai da qualche anno in seno alla scuola del nostro paese. “Siamo preoccupati – dichiara l’On. Piccolotti – per le segnalazioni frequenti che arrivano dai territori, di collaborazioni sempre più strette delle scuole con caserme e aziende della difesa, al posto di una didattica della non violenza e di una cultura per la risoluzione dei conflitti non militare, in sintonia con la nostra Costituzione che ripudia la guerra.”  

Le scuole stanno diventando sempre di più spazio di conquista di una teoria bellicista che ha origini ben più lontane della recente guerra europea. L’alternanza scuola-lavoro (ASL) oggi rinominata PTCO (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) prevede ben 210 ore per gli Istituti Professionali, 150 per i Tecnici e 90 per i Licei. Una iniziativa lanciata nel lontano 2014 con il protocollo d’intesa tra la Ministra dell’Istruzione Stefania Gianni e la Ministra della Difesa Roberta Pinotti, poi rilanciato con l’alternanza scuola-lavoro della Riforma 2015, la cosiddetta “Buona Scuola” del governo Renzi. Un altro protocollo d’intesa verrà siglato tra i Ministeri della Difesa e il Ministero dell’Istruzione, Università e ricerca circa gli “stage militari” che subiranno un crescente incremento nei prossimi mesi ed anni. Negli ultimi anni, tra l’altro oltre alla proposta del vice presidente del Senato La Russa, di un reinserimento del servizio militare facoltativo, la mini-raja, si è assistito ad graduale investimento in Ricerca e sviluppo da parte delle Università ( La Sapienza di Roma, per esempio,  è attualmente coinvolta in 6 Convenzioni di Ricerche attive con Imprese e Istituzioni militari e preposte alla sicurezza: ACN, Agenzia per la Cybersicurezza; Arma dei Carabinieri; Leonardo SpA; Marina Militare; RaCIS, Raggruppamento Carabinieri Investigazioni scientifiche; Segretariato Generale della Difesa). Nel Centro Alti Studi della Difesa (CASD) si sottolinea che “il Ministero dell’ Università e della Ricerca, eleverà per la prima volta un’Istituzione formativa militare ad un livello universitario, erogando dottorati di ricerca in “Scienze dell’innovazione per la Difesa e Sicurezza.” In questo modo anche la ricerca universitaria e scientifica viene potentemente indirizzata in senso bellico e militare.

“Questo fervore – si legge nel Dossier dell’Osservatorio contro la militarizzazione, presentato alla Camera dei deputati – di iniziative nazionali rivolte alla “Cultura della difesa” a livello scolastico trascura clamorosamente il fatto che la presenza all’interno della scuola pubblica di associazioni e organi militari per svolgere attività a contatto degli alunni minorenni è da considerarsi vietata. Infatti il principio X della Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo del Novembre 1959 testualmente recita: “il fanciullo deve essere protetto contro le pratiche che possano portare alla discriminazione razziale, alla discriminazione religiosa ed ad ogni altra forma di discriminazione. Deve essere educato in uno spirito di comprensione, di tolleranza, di amicizia tra i popoli, di pace e di fratellanza universale, e nella consapevolezza  che deve consacrare le sue energie e la sua intelligenza al servizio dei propri simili. E’ evidente la discrepanza tra le direttive pedagogiche internazionali e l’indirizzo militarista delle politiche scolastiche dei governi italiani. Da questa preoccupante discrepanza nasce L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole. Obiettivo dell’Osservatorio sarà nei prossimi mesi approfondire ed estendere la documentazione delle attività militarizzate sulla maggior parte del territorio nazionale. Inoltre, sulla scorte delle indicazioni dell’ONU, l’Osservatorio proporrà laboratori e materiali didattici per costruire la cultura della Pace.”  

Il prossimo evento in programma, in linea con la tendenza politica a promuovere e diffondere nelle scuole una “cultura della sicurezza”, riguarda l’Aeronautica di Pisa che ha organizzato per il prossimo 28 Marzo, un open day in occasione del centenario della 46° Brigata aerea di Pisa, al quale sono state invitate tutte le scuole di ogni ordine e grado con il chiaro intento, scrive il Cobas di Pisa e Livorno “di normalizzare la presenza delle forze militari nelle scuole e abituare fin da piccolissimi ad un immaginario legato all’uso delle armi e ad un linguaggio contaminato finanche negli aspetti più quotidiani. L’obiettivo è quello di avvicinare alunni e alunne all’ambiente militare persino in un’età in cui sono più plasmabili, permeabili, influenzabili, attraverso attività spesso accattivanti. Per i più grandi queste giornate vengono assimilate all’orientamento ( open day) suggerendo possibili sbocchi lavorativi. Si cerca in buona sostanza di far entrare in pianta stabile i militari nelle scuole condizionando il percorso scolastico e di crescita dei ragazzi e delle ragazze.”

Infatti, lo scopo con cui nasce l’Osservatorio, proposto su iniziativa di CESP (centro studi per la scuola pubblica) Cobas scuola e Pax Christi e presentato su iniziativa della deputata di Sinistra italiana alla camera dei Deputati, è proprio quello di denunciare le continue interferenze dell’industria bellica, lasciate passare come ore di orientamento scolastico ai fini della tanto discussa alternanza scuola-lavoro. I casi che si sono susseguiti dal 2014 ad oggi sono innumerevoli, ma quello che più preoccupa sono le crescenti iniziative in tal senso già avviate e programmate su tutto il territorio nazionale. Recentemente studenti di Caltagirone hanno frequentato per 5 giorni le maggiori basi militari della Puglia; studenti di Ragusa hanno svolto uno stage presso il complesso Alenia-Leonardo. Attivissime sembrano le collaborazioni dei Marines della base nato Sigonella, in Sicilia, che vengono spesso invitati nelle scuole di ogni ordine e grado per sostituirsi ai docenti per corsi di inglese, informatica, educazione alimentare, prevenzione del bullismo e del consumo di droghe. E’ previsto per giugno 2023 un PTCO nella base statunitense di Sigonella per 350 studenti di 7 Istituti diversi ( ad indirizzo nautico-commerciale-aeronautico): “A seguito delle autorizzazioni delle Superiori Autorità, il comandante del 41° stormo dell’ Aeronautica Militare (colonnello Pilota Emanuele Di Francesco) è stato delegato alla sottoscrizione del PCTO – da tenersi all’Aeroporto di Sigonella nel periodo di maggio-giugno 2023, a favore di studenti degli Istituti del Comprensorio.” 

L’Osservatorio, alla cui sottoscrizione hanno partecipato docenti, giornalisti, esponenti del Cobas, intellettuali, storici e numerosissimi altri si propone oltre al monitoraggio costante e capillare su tutto il territorio nazionale di “rendere -come si legge ancora nel Dossier pubblicato dagli stessi firmatari dell’appello dell’Osservatorio-  gli spazi scolastici veri luoghi di pace e accoglienza, di opporsi al razzismo e al sessismo di cui sono portatori i linguaggi e le pratiche belliche, allontanare dai processi educativi le derive nazionaliste, i modelli di forza e di violenza, l’irrazionale paura di un “nemico” ( interno ed esterno ai confini nazionali) creato ad hoc come capro espiatorio. Smilitarizzare la scuola vuol dire restituirle il ruolo sociale previsto dalla Costituzione Italiana.”

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