venerdì, 26 Aprile 2024

Alaska, Biden approva un progetto di trivellazione petrolifera da 7 miliardi

La società petrolifera ConocoPhillips scaverà 3 pozzi nel North Slope. Si stima un inquinamento pari alla riattivazione di un terzo delle centrali a carbone di tutti gli Stati Uniti.

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Lunedì 13 marzo il governo degli Stati Uniti ha approvato il Willow Project, un enorme progetto di trivellazione petrolifera in Alaska da 7 miliardi di dollari. L’amministrazione Biden ha autorizzato la società ConocoPhillips (COP.N.) a scavare 3 pozzi, in quello che sarà il più grande piano di estrazione di petrolio e gas sui terreni pubblici federali. Gli ambientalisti prevedono con certezza l’enorme impatto climatico. Stimano infatti che produrrà un inquinamento pari alla riattivazione di un terzo delle centrali a carbone di tutti gli Stati Uniti.

In cosa consiste il Willow Project
La decisione è stata presa malgrado una feroce campagna di protesta. Attivisti e oppositori hanno rinfacciato a Biden le sue promesse sulla lotta al cambiamento climatico e di offrire fonti di energia pulita. Dall’altra parte, i sostenitori del progetto sperano che possa contribuire alla creazione di almeno 2.500 posti di lavoro. La risposta del Presidente si è focalizzata proprio su questo ultimo punto, oltre ai miliardi di dollari che ne ricaveranno lo Stato e la cassa federale.

Il Willow project sorgerà nella National petroleum reserve-Alaska (Npra), un’area di oltre 90 milioni di ettari (930mila chilometri quadrati) del North Slope, regione a nord. E’ il più grande tratto di suolo pubblico incontaminato negli Stati Uniti. Il piano originario proposto dalla ConocoPhillips chiedeva la costruzione di ben 5 siti di trivellazione, chilometri di strade e oleodotti e 7 ponti. Di questi, sono stati concessi “solo” 3 pozzi.
Nel 2020 l’amministrazione Trump aveva già approvato il progetto senza limitazioni. Tuttavia un giudice federale dell’Alaska lo aveva bloccato nel 2021, richiedendo una nuova analisi ambientale, perché sosteneva che quella presentata fosse sbagliata.

Una mappa del National Petroleum Reserve Alaska. Fonte: U.S. department of the Interior. Bureau of land management.

Il guadagno vince sull’impatto ambientale (per ora)
L’economia dell’Alaska dipende fortemente dall’industria delle trivellazioni. I politici federali sperano che questo piano garantisca anni di prosperità e permetta di tenere sotto controllo i prezzi dell’energia al consumo. ConocoPhillips ha promesso che porterà nelle casse federali e in quelle dello stato 17 miliardi di dollari di utili. I soldi sono tanti, ma il rischio (quasi certezza) è la distruzione di un ecosistema fragile, che lo stesso Presidente aveva promesso di tutelare.

Ben Jealous, direttore esecutivo del Sierra Club, la più grande associazione ambientalista Usa (molto vicina ai democratici), ha denunciato senza mezzi termini questa decisione:”Non possiamo trivellare la nostra strada verso un futuro sostenibile.” Rinfacciando al governo come questa mossa renderà impossibile raggiungere gli obiettivi climatici prefissati, continua:”Willow sarà una delle più grandi operazioni di petrolio e gas su terreni pubblici federali del Paese e l’inquinamento di carbonio che rilascerà nell’aria avrà effetti devastanti per le nostre comunità, la fauna selvatica e il clima. Ne subiremo le conseguenze per i decenni a venire.

Si stima che le trivellazioni potranno emettere circa 287 milioni di tonnellate di CO2 nei prossimi 30 anni, equivalenti alla riattivazione di un terzo di tutte le centrali a carbone degli Stati Uniti. Gli ambientalisti la definiscono una “carbon bomb“, ovvero una bomba climatica che potrà condannare il nostro Pianeta. Questo bloccherebbe per decenni gli sforzi degli Usa per uscire dai combustibili fossili.

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