giovedì, 25 Aprile 2024

Nuovo orrore in Canada, il radar mostra un altro cimitero sommerso: 17 fosse con 751 corpi

Il cimitero sommerso si trova nei pressi dell' ex Marieval Indian Residential School, situata nell'area della Cowesses First Nation, nel sud Saskatchewan.

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Alcune ricerche via radar sulla zona della Columbia Britannica in Canada, già scenario di massacri infantili venuti alla luce solo nel 2021, mostrerebbero almeno altre 17 fosse dove potrebbero trovarsi i corpi di 751 bambini autoctoni, scomparsi nel corso di tutto il secolo scorso. Il cimitero sommerso si trova nei pressi dell’ ex Marieval Indian Residential School, situata nell’area della Cowesses First Nation, nel sud Saskatchewan.

A renderlo noto è la Canadianpress, basandosi sulle dichiarazioni della First Nation. Le Prime Nazioni, sono i popoli indigeni che abitano il Canada. Ci sono oltre 630 comunità delle First Nation in tutto il paese, ciascuna con una propria cultura, lingua e tradizioni. Questi popoli sono stati presenti sul territorio per migliaia di anni prima dell’arrivo dei colonizzatori europei. Oggi, le Prime Nazioni continuano a lottare per i propri diritti e per la protezione della cultura e dei loro territori. Il governo canadese ha riconosciuto i diritti delle Prime Nazioni attraverso trattati e altre forme di accordi, ma molte comunità continuano ad affrontare sfide come la povertà, l’accesso all’istruzione e alla sanità, e la lotta per la conservazione del loro patrimonio culturale e delle loro lingue. Battaglie perseguite oggi con successo anche grazie alla prima nomina importante avvenuta nel Luglio 2021, quando Mary May Simon, figlia di una donna Inuit e di padre inglese, grande sostenitrice dei diritti delle popolazioni indigene, è stata nominata 30° Governatore del Canada, la prima donna aborigena a ricoprire questa carica nel Paese.

Oggi, viene alla luce una nuova pagina di orrori commessi in quei territori ad opera dell’opera di cristianizzazione che la Chiesa Cattolica ha iniziato sin dalla fine del 1800. Durante il periodo della colonizzazione europea, la Chiesa cattolica ha lavorato per convertire i popoli indigeni al cristianesimo e alla cultura occidentale. Ciò ha spesso comportato la distruzione della cultura e delle tradizioni indigeni, argomento sul quale, prima del maggio 2021, quando vennero alla luce i primi cimiteri sepolti nelle cosiddette “scuole della vergogna”, sia il Vaticano che i leader occidentali si erano espressi con ferma volontà di voler rimediare ad una pagina oscura della loro storia di educazione ed evangelizzazione, senza ancora conoscere le violenze, gli abusi e gli infanticidi commessi sui bambini indigeni.

La realtà era, infatti, ben peggiore: i primi ritrovamenti del maggio 2021,( i 215 corpi di bambini ritrovati presso la sede di un ex pensionato cattolico nei pressi della città di Kamloops, nella regione della Columbia Britannica – ricordiamo che la Kamloops Indian Residential School aperta su iniziativa della Chiesa Cattolica romana nel 1898 è stata chiusa solo nel 1978-)  hanno necessariamente costretto il mondo intero ad accorgersi degli orrori commessi in quei luoghi, per decenni, in virtù di una evangelizzazione a dir poco forzata e violenta. La verità venuta a galla nel 2021 illustrava una rete di scuole fondate dal Governo e amministrate dalle Chiese cattoliche che rimuovevano i figli degli indigeni dalla loro cultura per assimilarli a quella dominante. Secondo molte testimonianze, questi bambini erano spesso oggetto di abusi sessuali e fisici, e molti di loro pagarono con la vita l’unica colpa di essere diversi (si stima, oggi, che circa 4000 bambini persero la vita in questa rete perversa coperta dall’eduzione cattolica tra il 1878  e il 1970, di età compresa tra i 3 e i 9 anni, sulle cui cause della morte si sta ancora indagando)

La Chiesa Cattolica, da quando è stato eletto Papa Francesco, ha iniziato un’opera di riconciliazione e di riparazione per il suo ruolo nella storia delle Prime Nazioni del Paese. Nel 2015, il Papa, ha incontrato i capi delle Prime Nazioni ed aveva espresso il suo dolore per i danni causati dalle azioni della Chiesa, ancor prima delle tragiche e macabre scoperte. Nel 2018, la Conferenza dei Vescovi cattolici del Canada ha emesso una lettera di scuse formale per il ruolo della Chiesa nei danni causati ai bambini indigeni.

Ma la vera svolta si è avuta nell’estate scorsa, con il Pellegrinaggio penitenziale che Francesco ha voluto fare in Canada, con il quale il Papa, per la prima volta ha mostrato il nuovo volto della Chiesa chiedendo umilmente perdono per il male commesso da tanti cristiani. In quei giorni, dal 24 al 30 Luglio 2022, Francesco ha incontrato sopravvissuti e testimoni delle  “scuole della vergogna” avviando quel processo di riconciliazione e guarigione, tanto che il capo indigeno, oggi settantanovenne, Chief Wilton Littlechild, aveva dichiarato come la presenza di Francesco fosse stata“una benedizione e un dono”.

Le successive dichiarazioni del Papa all’incontro con quegli orrori, “Ho sentito come schiaffi, da quella gente, per quella politica di assimilazione. E’ stato un momento molto doloroso, ma bisognava metterci la faccia, bisogna mettere la faccia davanti a un nostro errore” chiariscono la definitiva mea culpa, di un’istituzione che per secoli ha disposto, in nome di una  fede indiscriminata e non richiesta, della vita di molte persone.

La macabra scoperta di oggi non aggiunge nuove conoscenze agli oltre 150 mila bambini indigeni costretti a frequentare le scuole della vergogna, ma potrebbe rappresentare un nuovo impegno, anche economico, di risarcimento a quelle terre che ancora oggi subiscono il peso di una eredità culturale diventata il principale motivo di quell’isolamento delle comunità indigene, considerata dai leader indigeni come la causa dei tassi epidemici di alcol e tossicodipendenza delle riserve che ancora oggi affliggono la popolazione.

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