La guerra Russia-Ucraina ha aggravato la crisi umanitaria in entrambi i paesi e le conseguenze prodotte dal conflitto sono terribili: interi quartieri distrutti, cittadini che, da un giorno all’altro, si sono ritrovati a vivere in condizioni di estrema povertà, senza più una casa, persone che hanno perso l’intera famiglia a causa dei bombardamenti, per non parlare delle strutture sanitarie danneggiate o distrutte.
Milioni di bambini sono morti a causa di attacchi a luoghi come scuole, maternità ed orfanotrofi. La maggioranza è riuscita a scappare coi genitori e ad ottenere asilo in altre nazioni, ma, purtroppo, per chi non è riuscito a fuggire o è rimasto senza famiglia, la realtà si è fatta ancora più oscura.
Vladimir Putin ha creato dei veri e propri campi di ‘rieducazione’ dove ha fatto deportare bambini ucraini a partire dai quattro mesi, spacciandoli inizialmente per campi di accoglienza.
Esistono ben 43 di queste strutture, alcune localizzate vicino alle città più grandi, altre al confine con l’Ucraina. Non si è ancora venuti a conoscenza di cosa venga fatto fare ai più piccoli, ma i più grandi vengono addestrati a maneggiare armi.
Attualmente, in Europa, stiamo attraversando la crisi dei rifugiati in più rapida crescita dalla Seconda Guerra Mondiale. Secondo una stima di Unicef, sono in ascesa i casi di bambini affetti da sindrome da stress post traumatico, depressione e problemi di ansia, arrivando ad essere 1,5 milioni. Catherine Russell, direttore generale dell’Unicef dichiara: “Milioni di bambini vanno a dormire al freddo, spaventati, e si svegliano sperando che questo conflitto brutale sia finito. Sono stati uccisi e feriti bambini e molti hanno perso genitori, fratelli, sorelle, case, scuole, parco giochi. Nessun bambino dovrebbe mai subire questo genere di sofferenze.”