mercoledì, 24 Aprile 2024

Indagò sul caso Yara Gambirasio, riflettori sulla pm Ruggeri: ipotesi depistaggio nella conservazione dei campioni

A stabilirlo è il Gip di Venezia, Alberto Scaramuzza, che per la Pm parla di presunta non corretta conservazione dei 54 campioni di Dna rinvenuti sul corpo della 13enne. La difesa di Massimo Bossetti, ritenuto colpevole dell'omicidio, da tempo chiede di poter analizzare i campioni

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Il Pubblico Ministero di Bergamo, Letizia Ruggeri, che si è occupata del caso Yara Gambirasio, deve essere indagata per depistaggio. A stabilirlo è il Gip di Venezia, Alberto Scaramuzza, che per la Pm parla di presunta non corretta conservazione dei 54 campioni di Dna rinvenuti sul corpo della 13enne. La difesa di Massimo Bossetti, ritenuto colpevole dell’omicidio, da tempo chiede di poter analizzare i campioni del Dna. Proprio gli avvocati di Bossetti, condannato all’ergastolo, avevano presentato una denuncia-querela nei confronti della Ruggeri.

Secondo l’accusa, le 54 provette contenti la traccia biologica di vittima e assassino, sarebbero stati spostati dal frigorifero dell’ospedale San Raffaele di Milano all’ufficio Corpi di reato del tribunale di Bergamo; questo cambio di destinazione che ha interrotto la catena del freddo, potrebbe aver deteriorato il Dna rendendolo inutilizzabile per altre nuove analisi. Il Gip ha spiegato che c’è la necessità di “estensione soggettiva dell’iscrizione nei confronti della Ruggeri” in relazione al reato di frode in processo penale e depistaggio. Un reato punito con il carcere da 3 a 8 anni per chi “immuta artificiosamente il corpo del reato, ovvero lo stato dei luoghi, delle cose o delle persone connessi al reato”.

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