venerdì, 26 Aprile 2024

Libri, Leo Gullotta racconta i suoi 60 anni di carriera

“Una persona per bene nella vita. Ho vissuto rispettando il pubblico”

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“Leo Gullotta, la serietà del comico” è il libro autobiografico che racchiude 60 anni di carriera che spaziano tra il teatro, il cinema, la tv ed il doppiaggio, 60 anni pieni di gioie, vittorie ma anche di sfide, un racconto intriso di sincerità e passione che partono dalla sua Catania, dove vide la luce nel ’46, per arrivare agli esordi in teatro con Turri Ferro, fino a Roma dove lo attendeva il successo sui grandi schermi.

Un viaggio iniziato per curiosità, spinto dalla voglia di conoscere di più, “Studio e volontà sono le due cose mi hanno sempre guidato. Me lo hanno insegnato i ‘grandi’, ma anche la vita” questi sono i valori che hanno spinto Leo Gullotta a diventare ciò che è oggi.

“Papà Carmelo era pasticciere e poi operaio. Ci ha fatto vivere con grandissima dignità e ha mandato tutti noi figli a scuola. Quando mi trovai al bivio, se fare l’insegnante o l’attore, mi rispose: quando tu magari avrai cinquant’anni mi dispiacerebbe che mi ricordassi per averti indirizzato a una scelta lavorativa che non hai amato. Scegli tu, fai quello che più desideri. Fu una grande lezione” queste sono le parole che più di tutte lo hanno colpito, parole di un padre che teneva prima di tutto alla felicità del figlio poi alla carriera.

La sua carriera cinematografica è costellata di premi che segnano ogni grande passo compiuto, ricordiamo i 3 David di Donatello, 2 Nastri d’Argento, un Globo d’Oro, un Ciak d’Oro, 2 Premi Flaiano e un Efebo d’oro, “E’ bellissimo riceverli la mattina dopo, però, devi avere il coraggio di lasciarli sulla mensola dello studio e ripartire, sapendo che dovrai dare ancora di più. No, non mi sono mai sentito addosso il successo, né l’ho inseguito”.

Nel libro si parla anche della sua omosessualità, negli anni ’90 fece un’intervista dove per la prima volta saltò fuori l’argomento: “Mi domandarono ed io, serenamente, risposi, sono sempre stato molto sereno, ma l’Italia è fatta di provincia, di paesini, dove la gente soffre di più nello scoprire qualsiasi nota, figuriamoci l’omosessualità. Credo che con il tono giusto si possa parlare di tutto. E ho sempre cercato di dire a chi aveva ‘il problema’ di non avere paura, così come alle famiglie che dovevano solo dare amore. Passi in avanti da allora ne sono stati fatti, ma ancora se ne devono fare con voglia di costruire” prosegue commentando poi la legge sulle unioni civili “Trent’anni per una legge di civiltà. È nata sulla pelle delle persone, sulle tragedie, sui vostri problemi. Serve a questo l’unione civile: per essere un Paese civile”.

Conclude affermando che non si pente della strada che ha scelto e che anzi è stata la scelta migliore, che ha intrapreso nel rispetto del pubblico e cercando di esser “una persona per bene nella vita”.

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