giovedì, 18 Aprile 2024

Al funerale coi “men in black”: scoperti 130 portatori di bara in nero

Disoccupati tra i 30 e i 50 anni, impiegati come portantini nelle attività di “spallaggio” dei funerali alcuni anche percettori del Reddito di Cittadinanza, maxi-sanzioni amministrative per quasi 230mila euro.

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Men in black, ma non a caccia di alieni come nel film con Will Smith, bensì adoperati dalle agenzie funerarie a nero o in maniera irregolare. Si tratta di disoccupati tra i 30 e i 50 anni, impiegati come portantini nelle attività di “spallaggio” dei funerali della zona, senza contratto né tutele. È emerso nei controlli a 17 aziende del pescarese, effettuati delle Fiamme Gialle sul fenomeno del lavoro sommerso nel settore delle onoranze funebri della provincia. E sono oltre 130 i dipendenti risultati irregolari nel rapporto di lavoro. Di questi, la metà completamente in nero, alcuni anche percettori del Reddito di Cittadinanza e delle misure di sostegno emergenziali per Covid-19. Stando alle indagini, nell’organizzazione dei funerali le aziende di pompe funebri occultavano i portantini “in nero”, registrando, al loro posto, la presenza di dipendenti regolarmente assunti, nei verbali di chiusura feretro depositati al Comune. Con il risultato che spesso le stesse persone comparivano impiegate in più funerali nello stesso momento. Il trucco dell’ubiquità degli operatori veniva agganciato, poi, anche alla mancata contabilizzazione della fattura emessa per il servizio di somministrazione del personale reso ai competitors regolari.

È così che tra contributi non versati e ricavi non dichiarati, l’80% del personale utilizzato in quasi 1.500 funerali ispezionati è risultato “in nero” o “irregolarmente impiegato” dalle ditte esecutrici delle esequie per circa 6.300 giornate lavorative. Le verifiche dei Finanzieri, avviate sulla scorta delle informazioni di rischio fornite da fonti d’intelligence, hanno coinvolto decine di Comuni dell’entroterra pescarese e si sono basate, in una prima fase, nell’acquisizione dei dati sui funerali celebrati negli anni 2019, 2020 e 2021. In seguito, grazie all’incrocio degli elementi investigativi raccolti con i riscontri tratti dalle banche dati in uso al Corpo, per le ditte che presentavano evidenti segnali di anomalia è scattato un fitto set di controlli conclusosi con l’irrogazione di maxi-sanzioni amministrative per quasi 230mila euro, la constatazione di violazioni di natura fiscale per circa 27mila euro e possibili riflessi, anche penali, per falso in atto pubblico. Tutti i risultati sono stati trasmessi al competente Ispettorato Territoriale del Lavoro e all’I.N.A.I.L. per la regolarizzazione delle posizioni lavorative, a tutela degli interessi dei dipendenti irregolari dal punto di vista assistenziale, assicurativo e previdenziale.

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