venerdì, 29 Marzo 2024

Droga dall’Albania e dal Brasile, scacco ai narcos calabresi: 24 arresti in tutta Italia – VIDEO

Quindici persone sono finite in carcere e nove ai domiciliari per traffico internazionale di stupefacenti. L'operazione ha riguardato varie province d'Italia. Nell'inchiesta è venuto fuori come un membro dell'organizzazione brasiliana si sarebbe recato in Calabria per risolvere dei problemi legati al pagamento.

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Ventiquattro persone sono state arrestate perché ritenute coinvolte in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti. I provvedimenti relativi alla libertà personale, di cui 15 in carcere e 9 agli arresti domiciliari, sono scattati questa mattina, 27 ottobre. L’operazione condotta dalla Guardia di Finanza e dallo S.C.I.C.O., Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata, ha riguardato le province di Reggio Calabria, Catania, Messina, Vibo Valentia, Salerno, Milano e Pavia.

I narcos calabresi

Gli arresti di oggi sono lo sviluppo di una precedente operazione, denominata “Magma”, che avrebbe consentito di destrutturare un noto casato di ‘ndrangheta attivo nella provincia reggina, conclusa nel novembre 2019 con l’esecuzione di 45 misure cautelari personali. L’operazione odierna avrebbe confermato come i narcos calabresi continuano a porsi quali interlocutori privilegiati con le più qualificate organizzazioni mondiali, garantendo una sempre maggiore affidabilità. Grazie alla disponibilità di ingenti capitali di provenienza illecita e la capacità di gestione dei diversi segmenti e snodi del traffico, l’organizzazione criminale, promossa e diretta da un membro del casato reggino, sarebbe riuscita a consolidare il suo ruolo nell’ambito del narcotraffico internazionale, servendosi anche di canali di approvvigionamento esteri.

I rapporti con il Brasile

Nell’ambito delle indagini si sarebbe evidenziato anche che il gruppo criminale si interfacciava, attraverso l’uso di cellulari criptati, con differenti organizzazioni in Albania e in Brasile. In tale contesto sarebbe stato scoperto che l’organizzazione era in grado di far giungere dal Brasile ingenti quantità di cocaina, stoccate in Svizzera, che poi venivano trasportate in Lombardia per essere cedute agli acquirenti individuati, tra i quali compare anche una soggetto albanese di particolare rilievo criminale. Nell’inchiesta è venuto fuori come un membro dell’organizzazione brasiliana si sarebbe recato in Calabria per risolvere dei problemi legati al pagamento del narcotico, e che prima dell’incontro con il capo calabrese, uno degli indagati gli avrebbe evidenziato lo spessore criminale del proprio dominus, al fine di fugare ogni dubbio.

Sequestrato campo di cannabis

L’inchiesta delle Fiamme Gialle avrebbe consentito di evidenziare come la stessa organizzazione producesse in proprio ingenti quantitativi di cannabis curandone anche i processi di lavorazione; gli indagati, al fine di diversificare ed intensificare l’attività illecita, avrebbero realizzato la coltivazione in una zona rurale del comune di Candidoni, in provincia di Reggio Calabria, nella quale sono stati trovate e sequestrate 1227 piante di cannabis e 75 chili di marijuana. Per questo motivo sono state arrestati due responsabili, colti in flagranza di reato. Si è scoperto inoltre che la compagnia criminale gestiva l’attività di smistamento della sostanza stupefacente attraverso l’impegno di appositi corrieri che facevano da spola tra il territorio calabrese e quello siciliano.

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