martedì, 23 Aprile 2024

I giorni che fanno la storia dello sport, 15 ottobre 1972: la partita con più gol della Serie A

Il 15 ottobre 1972 a San Siro si sfidarono Milan e Atalanta, dando vita all'incontro con più gol nella storia della Serie A, ben 12.

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Il sesto appuntamento della rubrica “I giorni che fanno la storia dello sport”, dopo il 5 settembre 1972, è dedicata al 15 ottobre dello stesso anno. A distanza di poche settimane dal terribile attentato terroristico di Monaco, il nostro campionato è alla terza giornata.
Quella domenica si sfidano sul prato di San Siro Milan e Atalanta, che regalano all’Italia un primato tutt’ora imbattuto: la partita con più gol nella storia della Serie A.

Correva l’anno – 1972

In Italia siamo nel pieno degli Anni di piombo e della strategia della tensione. Viene ufficialmente presentata la FIAT 126 e dal mare riemergono i Bronzi di Riace, grazie a Stefano Mariottini.
È l’anno in cui si apre il processo sulla strage di Piazza Fontana e viene arrestato Tommaso Buscetta. Quei giorni si macchiano del sangue di Giangiacomo Feltrinelli e di Luigi Calabresi, ma anche delle vittime della Strage di Peteano e del disastro del volo Alitalia 112.
In campo artistico, Nicola di Bari si aggiudica Sanremo con “I giorni dell’arcobaleno”, mentre Vittorio de Sica porta a casa il quarto Oscar con “Il giardino dei Finzi Contini”.

Nel mondo muore l’attore George Sanders per un’overdose di barbiturici, mentre Juan Peron ritorna in Argentina dopo un esilio lungo 17 anni. A Manila un incendio distrugge l’aeroporto, invece in Giappone viene ritrovato Shoichi Yokoi, militare giapponese vissuto per 28 anni in una giungla di Guam.
Nello sport è un anno magico per il Cannibale Eddy Mercks, che centra la doppietta Giro Tour, così come per l’Ajax che battendo 2 a 0 l’Inter porta a casa la seconda delle tre Coppe dei Campioni consecutive. In Serie A, la Juventus vince il campionato per la 14esima volta, mentre la Germania Ovest si aggiudica gli Europei di calcio battendo in finale l’URSS per 3 a 0.

Serie A 1972/1973

La Serie A 1972/1973 respira aria olandese, di quell’Ajax invincibile che nel 1972 porta ad Amsterdam la seconda delle tre Coppe Campioni vinte consecutivamente. Lo sprezzante gioco totale dei Lancieri di Cruijff e Michels strega l’Europa, e l’Italia nel suo piccolo se ne appropria, tentando di imitarlo.
Ne sono un esempio la Lazio e il Ternana di quell’anno. I romani mettono in campo i concetti olandesi grazie al loro allenatore Maestrelli; i rossoverdi invece, che rappresentano l’Umbria per la prima volta nella massima serie, fanno leva sul gioco corto di mister Viciani, basato su possesso palla e pressing.

Ad avere la meglio sarà però la Juventus di Boniperti, che difende il titolo e a maggio del ’73 alza al cielo il 15esimo Scudetto. Alla base del successo bianconero, la scelta di ingaggiare due giocatori del Napoli: Dino Zoff, portiere 20enne di ottime speranze, e José Altafini, centravanti brasiliano scaricato dai partenopei perché ritenuto in fase calante.
È il campionato della Fatal Verona, che infrange i sogni di gloria del Milan, che si vede sfuggire la Stella (il decimo Scudetto, ndr) all’ultima giornata. Fino a quel momento i rossoneri guidavano la classifica con un punto di vantaggio su Lazio e Juventus, trovando come ultimo scoglio l’Hellas Verona.

Sulla carta abbordabile, l’avversario annichilisce il Milan per 5 a 3, con i rossoneri che pagano le fatiche della trasferta di Salonicco per la Coppa delle Coppe di qualche giorno prima. La Lazio abdica contro il Napoli, mentre la Juventus, impegnata all’Olimpico contro la Roma, a ridosso del triplice fischio è ancora impantanata sull’1-1. Il gol che vale il Tricolore arriva a tre minuti dalla fine grazie a Cuccureddu, che manda in Paradiso le Zebre e all’Inferno il Diavolo.
Il Milan, come l’anno precedente, si vede soffiare lo Scudetto dalla Juventus per appena un punto, per la seconda volta consecutiva. Quest’annata viene inoltre ricordata perché l’unica ad aver visto tre giocatori diversi vincere la classifica marcatori con 15 gol: Savoldi – Bologna, Pulici – Torino, Rivera – Milan.

Milan – Atalanta 9-3

Uno dei campionati più incerti e strani di sempre dà vita ad una gara memorabile. A San Siro si sfidano, in un derby tutto lombardo davanti a 28mila spettatori, i rossoneri di Cesare Maldini e Nereo Rocco e gli orobici di Giulio Corsini.
Il Milan nelle prime due giornate ha servito un poker al Palermo e pareggiato 0 a 0 contro la neopromossa Ternana. l’Atalanta viene invece da due pareggi a reti bianche contro Cagliari e Napoli in campionato, ma era riuscita a non subire gol per sette gare tra Coppa Italia e Serie A.

Al fischio d’inizio le due squadre si studiano, ma sono subito gli ospiti a prendere in mano le redini del gioco, gestendo e attaccando nel primo quarto d’ora. Poi però qualcosa cambia, dal nulla, capitan Rivera decide di prendere in mano la situazione e di disegnare calcio nel pomeriggio meneghino.
Golden Boy diventa una vera e propria spina nel fianco della difesa bergamasca, dettando i tempi di gioco e dispensando gol e assist. Mattatore della giornata è Pierino la Peste Prati, autore di una tripletta, con il 2 a 0 entrato nella memoria collettiva per l’imperioso stacco sulla punizione di Rivera.
L’Atalanta accusa il colpo ed è alle corde, tant’è che al 45esimo il risultato è già sul 4 a 1. Il secondo tempo riparte con lo stesso spartito, con il tabellone di San Siro che al 55esimo segna addirittura il risultato di 7 a 2.
A quel punto mister Corsini decide di far uscire l’estremo difensore Pianta, inerme davanti alla clamorosa furia sportiva del Diavolo. Al suo posto entra Grassi, che mantiene l’imbattibilità personale per appena 9 minuti, salvo poi subire due gol in venticinque minuti.

Al triplice fischio è tripudio rossonero, grazie al clamoroso 9 a 3 inflitto alla Dea. Gli italiani si dividono, da una parte c’è la fetta di popolazione che vuole vedere segnare fino alla fine per rispetto dell’avversario, dall’altra, per la stessa motivazione, si iniziano a sentire mugugni perché non si doveva infierire in maniera così marcata.
Le parole di Nereo Rocco al termine della disputa sono forse quelle migliori per spegnere sul nascere la polemica: “Ho visto sprazzi di grande gioco, il pubblico si è divertito. Però tre gol non ci volevano per la mia difesa, a San Siro non li avevo mai presi. Mi dispiace per questa lezione, ma non possiamo regalare niente”.

Nonostante le diplomatiche dichiarazioni del Paron Rocco, ancora oggi l’argomento fermarsi o continuare a segnare divide sportivi e appassionati. Nonostante i punti di vista contrastanti, le 12 marcature segnate nei 90’ di San Siro rendono tutt’ora unica quella partita a distanza di 50 anni.
In mezzo secolo di Serie A infatti, nessuna coppia di squadre è riuscita a bissare questo singolare primato. Si è però andati vicini in un paio di occasioni, con entrambe le kermesse che hanno fatto registrare dieci reti complessive.
La prima risale al 1° maggio 2006, al Tardini si sfidano Parma e Livorno dei bomber Gilardino e Lucarelli; le due compagini daranno vita ad un pirotecnico 6 a 4 in favore dei padroni di casa. Undici anni più tardi, il 7 maggio 2017, la Lazio di Simone Inzaghi schianta la Sampdoria con un tennistico 7 a 3.

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