venerdì, 29 Marzo 2024

Fine vita, dopo 14 mesi di coma staccata la spina a Samantha D’Incà. Il padre: “Ora è libera”

La giovane è morta dopo che la spina era stata staccata lo scorso 19 marzo. I familiari hanno combattuto una lunga battaglia legale per ottenere l'autorizzazione a procedere. Il padre: "È la sua volontà".

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“Aveva dichiarato che un trattamento di questo tipo è da persone egoiste e disumane, un accanimento e una violenza…”. Con queste parole Genzianella D’Incà ricorda la volontà di  sua figlia Samantha. La 30enne, che era in coma dal 4 dicembre 2020, è deceduta sabato 19 marzo. La famiglia ha ottenuto l’autorizzazione per staccare la spina e la giovane è morta lo scorso 19 marzo. “È la sua volontà, prima di salutarla però la porteremo per l’ultima volta a sentire il mare” ha raccontato papà Giorgio. Samantha voleva infatti che le sue ceneri fossero disperse in mare.

Samantha si è rotta un femore il 12 novembre 2020 uscendo di casa. Viene portata all’ospedale di Belluno, dove avviene l’intervento chirurgico. Il femore è salvo, così la 30enne torna a casa. Durante la convalescenza, però, la donna sente dolori e gonfiori dappertutto. Le sue condizioni si aggravano ed entra in coma.

Samantha D’Incà, la vicenda giudiziaria

È il 4 dicembre 2020. Da quel momento, Samantha non si è mai svegliata. Il padre Giorgio ha chiesto la nomina di amministratore di sostegno per la figlia al tribunale. Infatti, la normativa del 2017 sul fine vita prevede che il medico non debba ostinarsi nella cura se le condizioni di salute del paziente non possono cambiare. Al momento, nonostante la richiesta di referendum e la prima approvazione di una legge sul fine vita alla Camera, la normativa del 2017 è quella in vigore.

La battaglia legale va avanti per mesi, perché l’Ulss di Belluno ritiene non ci siano elementi sufficienti per il fine vita della donna. Il 23 giugno 2021 la ragazza viene trasferita nella Rsa di Cavarzano, sempre in provincia di Belluno. La madre e il fratello gemello di Samantha D’Incà vengono ascoltati come testimoni. Per il Tribunale, il padre ha il diritto di staccare la spina, ma la modalità spetta ai medici. Infatti, il Comitato Etico ha informato sulle complicanze ed episodi di rigurgito collegati alla nutrizione artificiale. Quindi, il Giudice ha disposto che fossero i sanitari a stabilirne i tempi. Samantha si è spenta nella struttura che la teneva in vita.

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