venerdì, 29 Marzo 2024

Australian Open, Djokovic riottiene il visto: governo verso la revoca. Il re del tennis ha già perso

Il caso Djokovic sta alimentando perplessità e controversie, scrivendo, ad una settimana dall'inizio del torneo, una delle pagine sportive più tristi di sempre.

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Prosegue incessante il polverone sollevato dalla stella del tennis Novak Djokovic. Il tennista serbo è ormai al centro del ciclone mediatico riguardante la mancata vaccinazione anti-covid che, teoricamente, lo vedrebbe fuori dagli Australian Open.
Ad una settimana dall’inizio del torneo, Djokovic ha ottenuto il visto per parteciparvi, l’udienza del giudice Kelly ha infatti ribaltato la decisione del governo australiano. Subentra quindi un aggiuntivo braccio di ferro tra la legge e lo Stato, con Novak che sarebbe idoneo grazie all’esenzione medica concessa da Tennis Australia, ma al contempo, c’è da considerare la contromossa del governo, pronto a fare ricorso.
Domani verrà decisa la sorte del numero uno al mondo, con la situazione che, giorno dopo giorno, mette sul piatto sempre più interrogativi a gravitare intorno a questa storia. A far discutere, senza sé e senza ma, sono le controversie dell’atleta con l’iter sanitario imposto dal torneo.
In primis, Djokovic ha dichiarato di aver preso il Covid il 16 dicembre, ma appena ventiquattro ore dopo è stato immortalato insieme a 26 giovani durante un evento, durante il quale tutti i presenti erano senza mascherina.

In secundis, Novak si è spesso schierato pubblicamente contro i vaccini, a livello di credibilità, diventa automaticamente un controsenso enorme quello di mettere un evento sportivo davanti ai princìpi personali. Una volta posta l’obbligatorietà del vaccino da parte del torneo, teoricamente si dovrebbe andare avanti con la propria battaglia, lo scetticismo personale non dovrebbe dipendere dal tennis, facendolo andare a corrente alternata.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, recita il proverbio, ma è necessario aggiungere alcune considerazioni riguardanti l’eventuale esclusione di Djokovic: gli Australian Open senza il numero uno al mondo avrebbero di riflesso un seguito minore, ma soprattutto introiti più bassi elargiti gli sponsor che ruotano intorno al tennista serbo. L’ennesima conferma, come affermò il rapper Jake la Furia in un brano dei Club Dogo del 2006, che “La giustizia è uguale per tutti quelli uguali tra loro”.
A perdere non è solo l’essere umano nella sua individualità, ma l’Australia intera: una nazione reduce da nove mesi di lockdown serrato, tutte le persone che hanno perso la vita lottando contro il Covid, ma soprattutto il personale sanitario per esteso, che ha messo il bene collettivo davanti a qualsiasi cosa. Djokovic potrà anche vincere il decimo Australian Open grazie al suo straordinario talento, ma con il suo atteggiamento ha già perso senza calcare il cemento del Melbourne Park.

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