domenica, 28 Aprile 2024

Minacciata dagli usurai si nasconde in albergo: 11 arresti ricercato un altro complice

In difficoltà economiche era finita in giro di strozzini imparentati tra loro da cui era pesantemente minacciata, fino ad abbandonare la casa e la sua storica panetteria.

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Ormai da due anni viveva un incubo. La donna, titolare di una storica panetteria nel centro di Torre del Greco, a Napoli, era costretta a risarcire a intere famiglie somme di denaro spropositate per ripagare il debito che aveva richiesto, in un momento di difficoltà economica. I tassi di interesse arrivavano anche al 67%. La vittima, a causa di queste somme ingenti di denaro era costretta a richiedere ulteriori prestiti ad altri usurai di Torre del Greco, imparentati tra loro, peggiorando ulteriormente la sua situazione. I comportamenti intimidatori e violenti degli strozzini hanno perfino spinto la donna ad abbandonare il panificio e la propria abitazione e a nasconderti in un hotel. La donna, viste le minacce, continuava a pagare i debiti. Nel 2011 aveva già provato a denunciare i fatti, ma le indagini non avevano sortito alcun effetto, portando la vittima in uno stato di rassegnazione.

L’ulteriore denuncia presentata dalla titolare della panetteria ha fatto scattare le indagini che hanno portato, questa mattina, all’esecuzione da parte della Squadra Mobile di Napoli e degli agenti del Commissariato di Torre del Greco dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Torre Annunziata, su richiesta della Procura, nei confronti di 11 persone. Sono tutti indiziati a vario titolo dei reati di usura ed estorsione. Quattro indagati sono destinatari della custodia cautelare in carcere, mentre altri sette sono ai domiciliari. Una dodicesima persona è al momento ricercata. Durante l’ultimo episodio a dicembre dello scorso anno, gli inquirenti hanno riscontrato che la donna, avrebbe versato un importo variabile dai 100 ai 200 euro, ad almeno tre diversi usurai.  Questo ha permesso di constatare che la vittima non aveva contratto i debiti solo con singoli individui, ma con interi nuclei familiari, questi svolgevano l’attività di usura in maniera coordinata. Ognuno dei quali aveva un preciso compito e ruolo.

La vittima, ha riferito agli inquirenti che spesso, per ogni giorno di ritardo, doveva pagare un importo pari a 100 euro. Nel momento in cui gli usurai si rendevano conto che la vittima stava per risanare tutto l’importo dovuto cambiavano il tasso di interesse.  Rapporto che era particolarmente proficuo per gli indagati e per i loro familiari, posto che costoro ricevevano una vera e propria rendita settimanale dalla persona offesa oltre alla possibilità di potere prelevare quotidianamente i prodotti del panificio senza pagarli. Dalle indagini è emersa la consapevolezza reciproca, da parte dei diversi usurai, delle condotte delittuose dagli stessi poste in essere ai danni della vittima.

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