Se uno svizzero ti dice: “Italiano, pizza, spaghetti, mandolino, mamma”, perché non parlare della Giornata mondiale della pasta? Lunedì 25 ottobre saremo ancora più italiani, perché ce lo chiede… la beneficenza. Nel 2019, anno pre-pandemia, il 13,4% degli italiani ha aiutato associazioni benefiche, secondo l’Istituto italiano della Donazione; per il laboratorio di ricerca sociale al servizio della sostenibilità, “Walden Lab”, 585mila persone hanno versato la media di 77 euro al settore non profit. Ciò spiega quanto contenuto nel rapporto “Noi doniamo – Edizione 2020”: il 42% del campione di enti non profit ha aumentato le raccolte fondi.
Nel 2020 è arrivata la pandemia in Italia e allora 27 milioni di cittadini hanno dovuto fare delle rinunce, come osservato dal “Rapporto Coop 2021 – Economia, Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”. Sicché l’iniziativa lanciata dall’Unione Italiana Food costituisce il kairós, il “momento giusto o opportuno”, per donare un piatto di pasta a chi non può permetterselo. A chiunque possieda un profilo social viene richiesto di pubblicare un piatto di pasta entro lunedì 25 ottobre, mentre i pastai italiani si occuperanno della distribuzione del loro prodotto alle Caritas di Milano, Napoli, Palermo e Roma. La foto, accompagnata da #haveagoodpasta, contribuirà alla cifra simbolica di 300mila piatti di pasta da donare in beneficenza. I numeri verranno aggiornati dal sito del World Pasta Day.
A proposito del primo italiano per eccellenza, l’amatissimo Corrado Mantoni conduttore della trasmissione televisiva “Il pranzo è servito”, si è reso celebre – tra le altre cose – per una formula accattivante: “E non finisce qui”. I ristoratori italiani fino al 25 ottobre proporranno in menu una novità per aderire all’iniziativa #haveagoodpasta. “Spaghetti, pollo, insalatina e una tazzina di caffè”…
