giovedì, 18 Aprile 2024

Diciannovenne esce dall’ospedale piangendo, sul referto “malata di omosessualità”

La madre della ragazza, che ha presentato denuncia formale al Sistema sanitario di Murcia contro il medico, perché ritiene vessatorie le informazioni riportate e perché non è la prima volta che ciò accade. Alla denuncia ha aderito anche Gaactyco, il collettivo Lgbt di Cartagena,

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In Spagna, a Murcia, una diciannovenne è uscita piangendo dall’ospedale pubblico Reina Sofía, dove si era recata per problemi di proiomenorrea, un disturbo del ciclo mestruale che accorcia gli intervalli tra le mestruazioni. La diagnosi scritta sul referto da un ginecologo dell’ospedale è stata “malata di omosessualità”. Inoltre, alla giovane avrebbe chiesto “se si poteva inserire nel referto che era omosessuale”, ha riferito la madre della ragazza, che ha presentato denuncia formale al Sistema sanitario di Murcia contro il medico, perché ritiene vessatorie le informazioni riportate e perché non è la prima volta che ciò accade.

Alla denuncia ha aderito anche Gaactyco, il collettivo Lgbt di Cartagena, che ha subito inviato lettere al ministero della Salute per chiedere l’applicazione della legge spagnola sull’uguaglianza sociale di lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender e intersessuali e le scuse alla ragazza. L’autorità sanitaria di Murcia ha promesso che “saranno adottate tutte le misure necessarie”.

Ben 31 anni dopo che l’Organizzazione mondiale della sanità ha rimosso l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, ci sono ancora medici e professionisti, o persone comuni, che considerano ancora l’orientamento sessuale come una malattia. Questa è la denuncia del collettivo Lgbt Galactyco, che riferisce “numerosi i casi di trattamento umiliante che vengono denunciati alla nostra Associazione a causa dell’orientamento sessuale o di genere. Riteniamo allarmante, inaccettabile e intollerabile che ad oggi i professionisti da cui dipende un adeguato trattamento della nostra salute ignorino la realtà di persone Lgbti”.

Un fatto grave, avvenuto in breve tempo da un altro altrettanto grave verificatosi a Torino, dove una coppia gay subisce quotidianamente vessazioni da parte dei condomini che li definiscono un “cancro” e pertanto deve essere estirpato.

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