venerdì, 29 Marzo 2024

Sri Lanka, gli esperti parlano del possibile danno ambientale. Singapore da il via all’inchiesta

Il governo dello Sri Lanka è propenso ad un’azione legale nei confronti dei proprietari della nave, richiedendo un risarcimento.

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Nella tragedia ambientale che si sta consumando lungo le coste dello Sri-Lanka, la stessa società operatrice della portacontainer X-Press Feeders, conferma la mancata fuoriuscita di centinaia di tonnellate di petrolio che rischiano di devastare l’ecosistema marino circostante.

Però, a bordo ci sono ancora 300 tonnellate di olio combustibile. La X-Press Feeders aveva preannunciato che molte delle sostanze tossiche erano state incenerite, a causa dell’incendio. Singapore ha dato inizio ad un’inchiesta per indagare sulle cause all’origine dell’incidente. Intanto, gli esperti non escludono che l’habitat marino sia già stato fortemente colpito. Il governo dello Sri Lanka è propenso ad un’azione legale nei confronti dei proprietari della nave, richiedendo un risarcimento. Intanto, è stato imposto, lungo la costa occidentale, il divieto di pesca su un tratto di mare di 80 km dall’isola.

Il professore di oceanografia all’Università dell’Australia Occidentale, Charitha Pattiaratchi, afferma che i residui di plastica potrebbero interferire con la vita marina, ricoprendo il ruolo di terreno fertile per i batteri, arrivando in Indonesia e Somalia.

Roberto Cingolani, il ministro della Transizione ecologica, parla dello scarico accidentale, avvenuto nell’oceano indiano, provocato da una “carretta dei mari”. Cingolani definisce quel che è successo come un “incidente drammatico” gestito da “un maneggio di rifiuti non serio” per un “abbattimento dei costi”. Il ministro continua dicendo che “in qualunque mare fosse successo sarebbe stato drammatico, una cosa veramente tremenda. È evidente che si trattasse di una di quelle carrette dei mari”. Cingolani espone il suo punto di vista: “Fa due volte colpo perché il dramma di per sé è pazzesco ma anche pensare che vengano affidati trasporti di materiali così pericolosi ad una nave che non è proprio la più moderna che si possa pensare. È una cosa che fa riflettere due volte”. Conclude dicendo: “Sotto c’è un traffico internazionale, o meglio un maneggio dei rifiuti che non è serio, un abbattimento dei costi insensato poi succedono queste cose che ci mettono decenni a essere recuperate. Uno lo guarda e si chiede come sia possibile”.

La X-Press Feeders dichiara che l’Itopf e l’Osr, i rappresentanti della Federazione internazionale dei proprietari di container contro l’inquinamento e l’organizzazione Oil Spill Response, stanno gestendo la situazione con la MV X-Press Pearl: “Si stanno coordinando con l’Autorità per la protezione dell’ambiente marino dello Sri Lanka su un piano stabilito per affrontare eventuali fuoriuscite di petrolio e altri inquinanti”.

Shmuel Yoskovitz, l’ad di X-Press Feeders, a causa dell’inquinamento delle vaste quantità di granuli di plastica che hanno sommerso l’isola, ha espresso il suo rammarico chiedendo scusa allo Sri Lanka. Il portavoce della Marina Indika de Silva ha dichiarato che, nelle ultime ore, non ci sono state ispezioni sulla nave, date le non ottimali condizioni meteorologiche che hanno impedito la supervisione.

Da mercoledì scorso, la nave portacontainer di Singapore, la X-Press Pearl aveva incominciato ad affondare. Un’équipe di salvataggio ha tentato invano di trasportare il battente distante dalla costa, manovra resa impossibile dalla poppa della nave incastrata sul fondale marino. Uno dei problemi che sarebbero potuti scaturire da questo evento è proprio la possibile perdita di petrolio.

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