Ditte "Apri e chiudi" dopo essere divenute insolventi con l’Amministrazione Finanziaria, hanno trasferito lavoratori e macchinari continuando a lavorare nello stesso luogo, con gli stessi clienti e fornitori, modificando solo il nome e la partita IVA. Le aziende, tutte gestite da stranieri, avrebbero accumulato in 13 anni debiti con l’Erario per oltre 2,6 milioni di euro.