lunedì, 20 Maggio 2024

Vaticano, “Intelligenza artificiale e Chiesa”: Papa Francesco andrà al G7

Papa Francesco andrà al G7 per parlare di Intelligenza artificiale, secondo il Pontefice è sempre più necessario stabilire dei confini tra ciò che è umano e artificiale.

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Sono passati alcuni mesi dalla diffusione delle foto generate dall’IA di Papa Francesco col piumino da trapper, contenuti che hanno suscitato scalpore tra la curia e non solo, ma non è per questo che Sua Santità si sta dimostrando sempre più interessato all’IA.

Papa Francesco, infatti, non perde occasione per pronunciarsi a riguardo e non salta una sola riunione di governo in cui viene trattato l’argomento dell’intelligenza artificiale. Niente paura, non si tratta di una rottura dei patti lateranensi, Sua Santità desidera esprimere la propria posizione su un argomento estremamente delicato non solo per i fedeli, ma per l’umanità intera.

Suscita infatti molta preoccupazione l’attuale mancanza di confini tra artificiale e reale, diventa sempre più impellente la necessità di stabilire dei limiti. Ma chi decide quali confini sono invalicabili e quali no? Chi è in grado di stabilire in quali ambiti sia “giusto” o “sbagliato” utilizzare l’intelligenza artificiale? Fino a che punto l’uso di tale strumentazione è considerato “utile” prima di essere definito “eccessivo”? Al momento è ancora possibile distinguere foto, testi e video generati dall’IA, ma sarà sempre così?

Il timore di Papa Francesco è che le informazioni elaborate dall’IA possano essere utilizzare per controllare l’opinione delle persone fino a causare nuovi conflitti o peggiorare quelli esistenti, Sua Santità teme per la manipolazione del pensiero dei fedeli e di qualsiasi essere umano. L’intelligenza artificiale, infatti, può causare gravi fraintendimenti a livello divulgativo. Può l’IA sostituire il ruolo del giornalista sul campo? Può l’intelligenza artificiale raccontare il dolore di una guerra al posto di un umano che tocca con mano tale orrore?

Molti reporter vengono feriti o rapiti per ciò che vivono e vedono sul campo, alcuni di loro vengono addirittura uccisi nel tentativo di rivelare al mondo la verità di una guerra in corso. Queste tragedie accadono perché l’essere umano ha un senso critico, una passione, un senso del giusto e del dovere, caratteristiche che difficilmente un prodotto artificiale può eguagliare. Può l’IA divulgare informazioni con la stessa sensibilità di un giornalista? Può l’intelligenza artificiale porsi dei dubbi sulla veridicità di alcune notizie e indagare a fondo per sbugiardare una fake news? C’è davvero il rischio che l’IA possa emulare l’istinto umano fino al punto di sostituirlo?

Il Pontefice teme che l’essere umano voglia “diventare come Dio senza Dio“, manipolando audio, voci e volti di esponenti politici e religiosi per influenzare e controllare le masse. La curia fa pressioni al governo per giungere in fretta ad una regolamentazione legislativa di uno strumento tanto potente quanto pericoloso, un’innovazione che usata in modo errato può creare tanti danni quanti benefici.

Proprio per affrontare queste tematiche, Papa Francesco sarà presente al G7 che si terrà dal 13 al 15 giugno a Borgo Egnazia, in Puglia. Il Pontefice parlerà di responsabilità editoriale e soprattutto di etica. Infatti, in un futuro non troppo remoto, l’IA potrebbe determinare l’affidabilità di chi richiede un mutuo, l’idoneità di un individuo ad un lavoro, la possibilità di recidiva di un condannato, il diritto a ricevere asilo politico o assistenza sociale. Può la legge permettere ad un algoritmo artificiale di prendere decisioni così particolari che richiedono empatia, sensibilità e soprattutto umanità?

Si tratta di scegliere, in base alle responsabilità che ciascuno di noi ha, se stare dalla parte di una crescita tecnologica responsabile oppure no. Il pioniere dell’IA, Geoffrey Hinton, scelse di licenziarsi da Google proprio dopo aver scoperto i risvolti negativi che potrebbe causare la sua stessa invenzione, nata inizialmente con nobili intenzioni. Presentò dimissioni proprio per poter parlare liberamente dei pericoli dell’intelligenza artificiale, lottando coi sensi di colpa e consolandosi con la scusa “Se non l’avessi fatto io, l’avrebbe fatto qualcun altro”.

Il rischio è che la crescente potenza di cambiare il mondo si trasformi in un’onnipotenza tecnologica che diminuisce la comprensione di ciò che vale davvero: l’unicità della persona.

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