La settimana trionfale in Spagna incorona il gruppo del capitano Filippo Volandri, che ha guidato Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego, Lorenzo Musetti e Simone Bolelli. E’ innegabile, però, che la storica pagina del tennis tricolore porti soprattutto la firma di Jannik Sinner. A 22 anni si è già preso un posto nella storia con l’esplosione definitiva e una consacrazione che, per essere completa, ha bisogno ‘solo’ di un titolo del Grande Slam.
A Malaga, Sinner ha tirato la squadra fuori dalle sabbie mobili nei quarti di finale contro l’Olanda e ha vinto. In semifinale contro la Serbia ha battuto il campione del mondo Novak Djokovic, annullando 3 match point e ha completato l’opera – in coppia con Sonego – battendo il serbo anche in doppio. In finale ha demolito Alex De Minaur, preso a pallate nel secondo set.
Sinner è arrivato all’apice, forse prima e meglio di quanto tutti ci aspettassimo. Ha chiuso l’anno con 4 titoli, ha battuto Djokovic per 2 volte in 10 giorni, ha sfiorato il trionfo alle Atp Finals chiudendo la stagione come miglior giocatore del circuito. Le aspettative per il 2024 sono a dir poco altissime.
Dopo le surreali polemiche alimentate da una parte della stampa per lo stop a settembre e l’assenza nella fase preliminare della Davis, Sinner ha fatto il salto di qualità in campo e non solo. Campione e leader, eccezionale nello sport e nella vita. “Dico grazie a tutti gli italiani”, dice a caldo dopo il trionfo. “E’ una vittoria particolare, speciale. Sapevamo di avere un ottimo gruppo. Siamo riusciti a mettere i pezzi insieme”, aggiunge. “Grazie a tutto il pubblico che ci ha creduto anche quando le cose sono andate male. Io ho portato tanta energia da Torino, dalle Atp Finals. In semifinale eravamo ad un punto dall’eliminazione, invece siamo qui ad alzare la Coppa”.