lunedì, 6 Maggio 2024

“Legami attraverso la musica e la bellezza di sentirsi parte”, l’intervista alla cantautrice giuliettacome

Il nuovo singolo "Sola stanotte", le date di Milano (29 aprile) e Valenza (13 maggio): la cantante giuliettacome ci racconta di sé, dei temi che le stanno a cuore e di cosa significa sentirsi parte di qualcosa. Tra queer joy e emozioni umane, le canzoni diventano specchio e punto di incontro.

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giuliettacome è un’artista musicale emergente da tenere d’occhio. Romagnola di nascita, “adottata” da Milano, ha all’attivo diversi singoli e molte novità in programma. Giulietta come…cosa?, le ho chiesto, visto che il suo nome contiene di fatto un’analogia incompiuta. In questo caso, però, il finale aperto è intenzionale: attraverso la musica, Giulia si fa portavoce di una piena libertà di espressione e si lascia interpretare.

Dai suoi testi emerge l’esigenza di comunicare messaggi importanti, come la parità di genere e le tematiche queer, ma nello stesso tempo si percepisce una fragilità sincera e umana, mostrata senza paura.

Ed è proprio lì – su un’emotività in grado creare ponti – che insiste questa intervista.

Prima di tutto volevo chiederti: “giuliettacome” …Come cosa?
Questa è una domanda a cui non so mai come rispondere perché il punto è proprio questo: come cosa? Faccio fatica a definirmi. Quando ho pensato a questo nome, ho immaginato qualcosa che fosse il più possibile aperto, una metafora non conclusa. Così su due piedi, però, forse ti direi giuliettacome libertà.

È uscito da poco il tuo ultimo brano “Sola stanotte”: che sensazioni si provano quando una canzone nuova viene pubblicata, quindi “consegnata”, alle persone che ti ascoltano?
C’è sempre l’entusiasmo, anche se questa volta, in realtà, è stata un po’ diversa dalle altre: ho deciso di organizzare un release party per l’occasione e non l’avevo mai fatto prima.  Per questo, è stata un’esperienza nuova, molto più intensa e reale. La canzone stava per uscire e l’ho cantata in anteprima davanti a una cinquantina di persone; mi sono sentita più coinvolta, anche “scoperta”, ma soprattutto ho realizzato quanto la musica sia in grado di costruire rapporti tra chi la produce e chi la ascolta. Un legame bidirezionale e immediato.

Beh, allora ti auguro che dopo questa “prima volta” ne seguano tante altre! Ho notato, però, che in quello che scrivi emerge anche un senso di fragilità e il timore di non sentirsi compresi e adeguati. Mi sbaglio?
Eh, no, è proprio così. È qualcosa che volente o nolente ho bisogno di esprimere. È un’esigenza quasi inconscia. Mi sono sentita a lungo frenata e non ascoltata e ci ho sofferto, per cui poterlo manifestare attraverso le canzoni è un po’ un atto di rivendicazione di questi sentimenti.

E chi ti ascolta, si rispecchia in questo?
Credo che molte delle persone che mi ascoltano si ritrovino proprio nella descrizione di queste sensazioni. Un’amica mi ha raccontato di essersi messa a piangere con una mia canzone perché si è rivista nel senso di inadeguatezza davanti a un sentimento, che esprimo. Mi ha detto che sentiamo le cose in modo simile. Ecco, penso che condividere le proprie fragilità generi molta empatia e spero possa creare un punto di incontro.

In “Sola stanotte” scrivi che “Tante volte vorrei soltanto che di me qualcosa restasse”. Quanto è importante per te sentirti presente e lasciare un segno, una traccia?
Quella frase esprime la mia necessità di sentirmi parte di qualcosa. Tutti abbiamo il desiderio di legarci e costruire connessioni. Io con quelle parole intendo proprio dire che mi sento appartenere a questo tempo, a questa città e vorrei lasciare qualcosa alle persone che sono vicine a me. Sento l’esigenza di essere compresa e di contribuire a ciò di cui faccio parte. Nello stesso tempo, con questa canzone vorrei mettere in luce la solitudine che si avverte quando questo contatto viene meno.

Poi, da artista, ovviamente mi piacerebbe che quello che scrivo risuonasse davvero negli altri. Ma prima di tutto è una necessità umana.

Che effetto ti fa esporti in maniera così intima e profonda?
Non mi ci soffermo troppo. Mi viene naturale, sono una persona estroversa e non mi sento a disagio nel mostrarmi anche vulnerabile. E la nicchia di persone che mi ascolta è estremamente rispettosa, non mi sono mai sentita violata o invasa nel mio spazio.

Ah, poi credo che esista anche una sorta di vocazione. Mi sento portata alla comunicazione e seguo questo istinto. Quasi prendo le distanze dalla mia persona e mi dico: “Giulia, a te riesce facile comunicare, prova ad assumerti la responsabilità anche per chi fa più fatica”.

E pensi che la musica sia il mezzo più efficace per farlo?
È quello che sento più adatto a me. Ho sempre avuto un’attrazione fatale verso la musica, mi accompagna in ogni momento della mia giornata ed è una vera e propria “ossessione”. Ed è così da sempre. Per questo mi sento comoda nell’affidarle i messaggi che voglio veicolare: per me la musica è un mezzo persuasivo, io mi sento molto attratta dai suoni, le voci, le parole che ti entrano in testa…

Quindi la passione-ossessione per la musica è in qualche modo innata. Invece, da quanto tempo ti trovi seriamente e professionalmente dentro al settore?
Da un anno. Prima ho pubblicato alcuni pezzi da indipendente però era tutto più amatoriale, non avevo pressioni di alcun tipo e non c’era un riscontro reale. Anche i primi due brani con la mia etichetta attuale (Vero e Catcalling) sono stati un banco di prova. Da Adèle in avanti, quindi da febbraio 2022, ho iniziato a pensare a una serie di cose, dalle foto ai videoclip al team di produzione, sicuramente più professionali. Spotify ha inserito le canzoni nelle playlist ufficiali, ho firmato un contratto per dodici brani, insomma è stato fatto anche un investimento su di me.

Grazie, Giulia! Ho trovato le tue ultime canzoni particolarmente emotive, per questo ho insistito più sul lato “introspettivo” di giuliettacome. Ma quasi sempre inserisci nella tua musica contenuti e messaggi sociali. Quali sono i temi che ti stanno più a cuore?
Sicuramente la lotta per colmare la disparità tra uomini e donne. Per molto tempo è stato come se non me ne rendessi conto, per cui una volta aperti gli occhi sulla situazione a maggior ragione è diventato importante per me portare avanti questo tema. Che è insieme  una causa politica e una battaglia personale.

Poi, mi interessa affrontare il discorso della fluidità ad ampio spettro. Io stessa rappresento e mi sento rappresentata da questo, e cerco di esprimerlo senza vergogna. Il fatto che le persone normalizzino, ad esempio, che una donna canti per un’altra donna credo abbia una valenza politica.

Al momento, le date live in programma di giuliettacome sono:

  • 29 aprile 2023, apertura del concerto di LAMO (Milano – Arci Bellezza);
  • 13 maggio 2023, in occasione di Dischi Sour a Valenza (AL).

 

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