sabato, 20 Aprile 2024

Michele Santoro torna con “Servizio Pubblico”, la sua app è la quarta più scaricata: “E tu che fai?”

"Se uno va su App Store, l'app di Servizio Pubblico è al quarto posto nella classifica delle più scaricate. Questo testimonia una domanda di informazione non soddisfatta" . Così, Michele Santoro, presenta questo nuovo prodotto dell'informazione lanciato il 24 Febbraio scorso al Piccolo Eliseo di Roma,

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E tu che fai?”. E’ lo slogan che appare sulla prima pagina dell’App di Michele Santoro dedicata alla nuova trasposizione del suo Servizio Pubblico, andato in onda con una diretta streaming sul canale you tube e contemporaneamente sul suo profilo Facebook, il 24 Febbraio 2023. “Ci sono momenti nella vita in cui senti che devi dire la tua, in cui avverti la necessità di opporti alla sfiducia dilagante”, con questo incipit Michele Santoro, giornalista, conduttore, produttore e autore televisivo, torna a fare informazione al pubblico, con un canale nuovo e un servizio altrettanto innovativo.

Nella sua vita Michele Santoro, classe 1951, ha lavorato per tutti i gruppi televisivi italiani, da Rai a Mediaset e La7. Il suo attuale programma, che riprende le mosse da un’esperienza televisiva andata in onda dal 2011 al 2015 prima attraverso un’auto produzione dello stesso Santoro e una trasmissione su una multipiattaforma web, fino all’approdo nel 2012 a La7, eredita innanzitutto il nome, Servizio Pubblico, ma anche la filosofia che lo anima. Ovvero la libertà di non dipendere da case produttrici che detengano la gestione dell’informazione e, di conseguenza, si erge ad essere un programma senza padroni.

Il tentativo di sperimentare e di applicare soluzioni creative alla propria interpretazione della libertà di parola, di espressione e, quindi, d’informazione, non erano infatti concetti nuovi per Michele Santoro, uscito indegnamente da Anno zero, e rinato attraverso una modalità alternativa, il web, che prescindesse totalmente dalla politicizzazione del suo lavoro.

Questo nuovo prodotto televisivo, è andato a coprire una deficienza informativa avvertita da molti e, soprattutto, sta coinvolgendo sia nella gestione ( quasi tutti i ragazzi che ci lavorano hanno meno di 20 anni) che nel successo di pubblico ( l’app di Servizio pubblico alla data del 21 Febbraio scorso è stata la quarta più scaricata da App store) una connotazione rivoluzionaria per la tradizionale forma di informazione e comunicazione che conosciamo.

“Un’applicazione innovativa per diffondere informazioni ignorate e censurate e un’Associazione – l’Associazione Servizio Pubblico è in parte finanziata dagli stessi utenti mediante donazioni private – che si batterà per la Pace, per arrestare la distruzione del Pianeta, per mettere in discussione la fabbrica della disuguaglianza. Sarà un’avventura da condividere per ridare voce all’Italia senza rappresentanza”, spiega Santoro, che ha scelto una data non affatto casuale per mandare in onda streaming la prima puntata di Servizio Pubblico, visibile, altresì, scaricando l’apposita app.

Il 24 febbraio, infatti, è stato il primo anniversario dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e come conferma lo stesso Santoro ” Non è casuale – scegliere di mandare in onda la prima puntata in questa occasione- perché è sulla guerra che si registrano le omologazioni dei mezzi di comunicazione in Italia, ed è sulla guerra che c’è una sorta di pensiero unico dominante. Nella concezione di giornalismo cui mi ispiro io, tutte le idee devono avere la possibilità di avere libera circolazione.”

Ed è, infatti sulla narrazione della guerra a senso unico, che la trasmissione dimostra come ci sia, in realtà, una descrizione omessa da tutti i mezzi di comunicazione. E lo fa anche attraverso ospiti del calibro di Anna Falcone ( avvocata e attivista politica, che ha richiamato l’esigenza di riappropriarsi di quel potere decisionale perduto), di Fiammetta Cucurnia ( giornalista e compagna di Giulietto Chiesa che ha denunciato come una grandissima quantità di armi destinate all’Ucraina sia arrivata nelle mani dei terroristi islamici), o ancora grazie ai contributi di Gianni Dragoni ( giornalista de “Il Sole 24 ore” che ha dimostrato, dati alla mano, come la guerra rappresenti una causa fondamentale della perdita del potere d’acquisto per i cittadini, e al contrario un business epocale per multinazionali e aziende direttamente coinvolte nel processo, da quelle produttrici di armi alle imprese produttrici di petrolio e gas) e Natalino Balasso (attore, autore e scrittore). Una narrazione, quella di Santoro e compagni, che manda in onda filmati in cui giovani e meno giovani uomini ucraini, considerati disertori, vengono fermati, malmenati, e costretti con la forza ad entrare nell’esercito ucraino, documenti mai trasmessi da nessuna televisione tradizionale, ma numerosissimi.

Una trasmissione, che mostra l’auto- intervista (una testimonianza diretta registrata in autonomia dai protagonisti poiché, questi ultimi, si trovano attualmente agli arresti domiciliari in Ucraina) ai fratelli Kononovich, arrestati, torturati, segregati dall’esercito ucraino, per aver semplicemente organizzato una manifestazione per la Pace, e che denuncia tra le altre cose, come centinaia di “prigionieri politici” ucraini siano rinchiusi e torturati dal governo per essersi esposti contro la guerra in casa loro.

Queste ed altre dimostrazioni di come l’informazione, quella tradizionale, non sia oggettiva, dove chi ha il buon senso di dichiararsi pacifista in realtà sente, allo stesso tempo, il senso di colpa di non poter abbandonare un esercito che sta solo difendendo la propria casa. Una casa che ha fatto in un anno di guerra, circa 120 mila morti (un dato sottostimato poiché il governo ucraino evita di comunicare i dati ufficiali per non scoraggiare le truppe), e che bisognerebbe guardare da tutti i punti di vista.

Santoro, ha questo obiettivo, portare alla conoscenza di tutti, anche quelle prospettive negate dall’informazione convenzionale, e spiegare le ragioni che si trovano alla base di un pacifismo convinto e del perché continuare a mandare armi all’esercito ucraino, non fa altro che incancrenire una situazione ormai nello stallo più totale che potrebbe continuare all’infinito, posto che, come ha dichiarato Natalino Balasso,“la pace ha molti innamorati, ma la guerra ha molti sponsor.”

Michele Santoro presenta e si presenta a tutti coloro vogliono diventare partecipi di una narrazione diversa. “Solo dopo la sconfitta militare di Putin, noi potremmo realmente parlare di Pace? Noi vogliamo dire che non la pensiamo così, noi pensiamo che la guerra sia un modo per approfondire le disuguaglianze tra gli uomini, per far vincere quelli che hanno già vinto e per far perdere ancora di più quelli che hanno già perso. E vogliamo anche cominciare ad unirci in un cammino che non è contro i partiti che ci sono, perché chi crede in un partito fa bene a crederci, ma tanti di noi un partito non ce l’hanno e fanno bene a cercare di avere qualcuno che li rappresenti. Possiamo riuscire e possiamo fallire, è un’impresa molto difficile, molto ambiziosa, ma se non ci avessi provato, mi sentirei un disertore, ed essere un disertore della guerra, per uno come me, va bene, ma essere un disertore della pace, questo non posso proprio accettare di esserlo.”

“E tu che fai?”

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