venerdì, 26 Aprile 2024

Naufragio Crotone, aperta la camera ardente nel Palasport della città: oltre 60 le vittime

Si apre oggi la camera ardente al Palasport di Crotone per le vittime del naufragio avvenuto domenica mattina. La generosità della popolazione locale e commovente.

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Si apre oggi, nel Palasport di Crotone, la camera ardente ver le vittime del terribile naufragio avvenuto domenica mattina davanti alla spiaggia di Cutro, nel Crotonese.

Vittime e sopravvissuti                                                                                    Secondo il Ministero dell’Interno, le vittime sono oltre 60; 15 minori tra cui un neonato di otto mesi e due gemellini, 33 donne ed il restante sono maschi. Non si conosce ancora il numero dei dispersi. I fortunati che hanno saputo nuotare e si sono salvati sono 79, di cui 19 sono ricoverati in ospedale. Un naufrago trovato vivo ma in condizioni critiche è deceduto ieri all’ospedale di Crotone.

La generosità non ha confini, non ha colore
Tutti i comuni limitrofi hanno aiutato, chi con vestiti, chi con coperte e chi con loculi per i deceduti. I posti per seppellire cosi tante persone pare che sia un grande problema. Il sindaco di Botricello, Saverio Simone Puccio ha dovuto chiedere ai suoi concittadini di fermarsi con le donazioni vista la velocità, la generosità e la quantità di essi. Il comune di Botricello ha anche offerto 3 loculi per la sepoltura delle vittime ma il gesto più generoso e pieno di umanità è arrivato da una signora, racconta il sindaco Puccio, che ha chiamato lunedì mattina “con la voce rotta della commozione” e ha offerto “2 loculi della capella privata della famiglia per la sepoltura di due giovane vittime del naufragio”.

“Perché non riusciamo ad arrivare prima della morte e fare solo preghierine?” si chiede Don Rosario Morrone. Una riflessione che si sono fatti in tanti e che è al centro di questo naufragio. Lui è stato tra i primi a recarsi sul posto, sulla costa di Steccato di Cutro, inginocchiandosi a pregare per i defunti.

Piantedosi è ritornato sulla polemica “La disperazione non giustifica i viaggi che mettono in pericolo i figli”, dicendo che il messaggio di base è “chi scapa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli, devono essere politiche responsabili e solidali degli Stati ad offrire la via di uscita al loro dramma”.

Come si fa a capire il livello di disperazione della gente che vive in guerra, povertà , persecuzioni politiche o militare? Chi rischierebbe la priopria vita e dei suoi figli se la situazione non fosse disperata? Sono domande normali di chi vive in un paese civile, lontano da quelle problematiche che non viviamo direttamente nel quotidiano.

Il parroco del paese, Don Rosario, ha affermato: “Possibile che non riusciamo a metterci insieme, credenti e non, intelligenti come siamo per trovare soluzioni?”

Fonte: Prefettura di Crotone

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