La storia, anzi la Storia, quella con la “S” maiuscola, è un archivio inesauribile di personaggi interessanti. O meglio, di persone. Persone dotate di una loro umanità, di emozioni e di punti d’ombra. Portatori e portatrici di storie -adesso con la minuscola- ma non per questo meno importanti; e quando tali storie riescono a comunicare anche con noi contemporanei, ecco che vale la pena raccontarle.
Va proprio in questa direzione il lavoro svolto da Deborah Davis, autrice della serie tv Maria Antonietta, approdata ieri su Sky, che pone al centro la vita della giovane regina austriaca.
Immersa nel settecentesco sfarzo tardo-barocco, Davis sceglie di mostrare una Maria Antonietta adolescente, che a quattordici anni abbandona la propria nazione, l’Austria, per diventare la sposa del Delfino di Francia Luigi XVI. La Reggia di Versailles diventa la sua nuova casa e si rivela un ambiente profondamente restrittivo per le donne, anche quelle con uno status sociale elevato; la regina è costretta a imporsi con difficoltà per farsi accettare a Corte e da un popolo che sa ben poco di lei.
Così, Maria Antonietta, da figura chiave dell’Europa di XVIII secolo, diviene senza troppi sforzi drammaturgici protagonista di un period drama che ne indaga lati, sicuramente noti, ma talvolta lasciati in secondo piano dall’immaginario comune.
Ciò che emerge dalla serie di Davis è la storia di una ragazza giovanissima, con le proprie fragilità, ma che si afferma con coraggio e ribellione per difendere la propria immagine e salvaguardare la libertà femminile. La prospettiva della narrazione risulta forse troppo “moderna”, ma la riflessione veicolata appare chiara e attuale.
Nel cast, Emilia Schüle, che interpreta Maria Antonietta, James Purefoy (A Discovery of Witches), Jack Archer (The Bay), Roxane Duran (Riviera), Jasmine Blackborow (Shadow and Bone) e Louis Cunningham (Bridgerton).
La serie conta otto episodi distribuiti in esclusiva su Sky e in streaming su NOW. In uscita due nuove puntate ogni mercoledì, già disponibili le prime due.
