giovedì, 25 Aprile 2024

La “magia” dei Verdena dal backstage dell’Estragon di Bologna: la nostra intervista

Intervista con i Verdena dal back stage dell'Estragon di Bologna. Un nuovo disco, l'evoluzione del suono, "Volevo Magia" si conferma uno dei migliori dischi usciti quest'anno in Italia.

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Dopo aver lanciato il nuovo lavoro “Volevo Magia” finalmente è partito il tour che ha segnato il sold out in tutta Italia. Sono riuscito ad incontrare la band a Bologna nel backstage dell’Estragon per parlare un pò di questa nuova creazione, dell’ispirazione e cosa aspettarsi dal live.

Parto dalla fine perché so che avete già rilasciato molte interviste, andando direttamente al punto vi chiedo cosa avete voluto creare con il nuovo album Volevo Magia.
In realtà lo stiamo ancora capendo, le emozioni del nostro nuovo disco stanno emergendo ora dopo le prime date del tour, suonandolo dal vivo si schiariscono molto le idee, vedremo col tempo quali sensazioni verranno a galla.

Il titolo del vostro album suona quasi come un grido d’aiuto, un appello al mondo, come se foste alla ricerca di nuovi stimoli e nuovi input, dico bene?
Sì, ci ritroviamo in questa interpretazione. Volevo magia è anche il titolo di una canzone del disco, dopo la sua creazione abbiamo intuito che poteva essere il nome del nostro nuovo lavoro.

Un lavoro che è stato definito “meno rumoroso” dei vostri precedenti successi, intendevano forse dire che è un album più asciutto in termini di sound?
Più asciutto sicuramente, meno rumoroso non necessariamente. È sicuramente più vuoto da sovraincisioni ma è più rumoroso a livello di distorsori, su alcuni brani abbiamo spinto molto di più del solito. Forse, chiunque abbia usato la definizione “meno rumoroso”, intendeva dire che ci sono più tracce che stemperano un po’ come Sui Ghiacciai e Nei Rami. Cerchiamo di mettere nel disco le nostre varie sfaccettature, i Verdena sono tutte queste sfumature. Abbiamo incanalato al meglio il nostro “rumore”, cercando di non farlo passare per “casino”. Le canzoni spingono ma senza risultare “sporche” o con un uso eccessivo di effetti sonori, questa è la differenza con quanto pubblicato fino ad ora.

Avete avuto molto tempo per realizzare Volevo Magia, in mezzo ci sono anche le colonne sonore di film, dei bambini persino, sicuramente avete realizzato molte più tracce di quelle pubblicate, è stato difficile scegliere cosa tenere e cosa scartare?
È un momento sempre molto critico, ci siamo ritrovati a decidere all’ultimo, abbiamo lasciato fuori quattro brani pochi giorni prima di consegnare l’album. Prima o poi li faremo uscire, questa volta volevamo un disco più breve e più specifico.

Vi conosco dagli esordi, negli anni ho notato che siete al costante lavoro su nuovi suoni, personalmente questa nuova fase dei Verdena mi piace molto, seppur in continua evoluzione siete sempre riconoscibili. È interessante la continua ricerca della vostra identità, per questo vi chiedo cosa rappresentano oggi per voi i Verdena.
Cosa rappresentiamo per noi stessi è ancora un dilemma, possiamo dirti è che ad ogni disco cerchiamo di superare i vecchi noi e di scoprire nuove sonorità in cui cimentarci, ogni volta che ci ritroviamo in studio non sappiamo cosa verrà fuori. Improvvisiamo, se i pezzi risultano troppo simili al passato non li riteniamo interessanti e vengono immediatamente accantonati. Tanti brani sono rimasti chiusi nel cassetto, tracce che se le ascoltasse un nostro fan si chiederebbe come mai non abbiamo pubblicato una canzone così bella, ma non facciamo uscire pezzi che ci ricordano qualcosa di vecchio. Siamo sempre noi, ad un nostro concerto puoi ascoltare diverse sonorità percependo la coerenza con ciò che siamo, anche la vocalità di Alberto (vocalist della band, ndr) continua ad evolversi insieme al nostro sound.

Penso che tutto ciò che avete fatto di nuovo sia emerso in maniera spontanea, senza ricerche approfondite o studi ossessivi su nuovi strumenti o correnti musicali, è corretto?
Sì, tra di noi funziona ancora alla vecchia maniera, ci troviamo e vediamo cosa viene fuori. Quando riascoltiamo una canzone, se ci piace e ci fa viaggiare con le emozioni allora la teniamo e la raffiniamo.

Parlando del live, ho notato che ai vostri concerti partecipa qualsiasi fascia d’età, addirittura alcuni genitori portano con loro i figli, i vostri spettacoli sono apprezzati e adatti a tutti.
Siamo molto contenti di questa cosa, ai nostri show puoi trovare di tutto. Addirittura, la persona che ci masterizza i dischi negli ultimi anni, Giovanni Versari, l’altro giorno è venuto con sua figlia e le amiche di sua figlia. Ma non solo, lei aveva anche partecipato al mastering del nostro disco, suo padre ci ha proposto tre mastering su cui eravamo indecisi e la figlia è intervenuta chiedendo una quarta versione più estrema. Ha dato qualche indicazione, Giovanni ha realizzato la nuova masterizzazione ed era talmente efficace che due giorni prima della pubblicazione abbiamo dato l’ok per il mastering da lei ideato. È poco più che un’adolescente ma ha orecchio e perspicacia, è stato molto interessante vedere l’attitudine delle nuove generazioni che ci auguriamo trovino spazio nell’industria musicale e non solo.

Un’ultima domanda per voi. Da tanti anni continuate a vivere isolati, conducete una vita focalizzata su voi stessi ignorando ciò che succede nelle realtà che vi circondano, è una scelta fatta di proposito per proteggere la vostra personalità?
Onestamente non vediamo alternative alla vita che conduciamo attualmente, da cosa potremmo essere influenzati se per esempio andassimo più spesso a Milano? Ci aumenterebbe il mal di testa e basta. Ciò che influenza la nostra musica sono le esperienze di vita quotidiana, gli input migliori spesso li abbiamo sotto al proprio naso senza bisogno di cercarli in angoli remoti del mondo, sta a ciascuno di noi saperli cogliere e farne un’opera d’arte.

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