venerdì, 19 Aprile 2024

Illecito, Neymar in tribunale si giustifica così: “Firmavo quello che mi diceva mio padre”

L'asso brasiliano è sotto processo per i presunti illeciti riguardanti il suo trasferimento dal Santos al Barcellona nel 2013. In tribunale si è così espresso: "Firmavo quello che mi diceva mio padre". Rischia fino a 2 anni di carcere e 10 milioni di multa.

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Ho sempre firmato quello che mio padre mi diceva di firmare. Mio padre è sempre stato responsabile delle trattative contrattuali. Il mio sogno è sempre stato quello di giocare nel Barcellona, potevo andare al Real, ma ho sempre voluto il Barça“. Sono state queste le prime parole di Neymar nel processo in cui è coinvolto in Spagna, procedimento che riguarda presunti illeciti nel suo trasferimento del 2013 dal Santos al Barcellona.

La vicenda

Il processo si basa sulle presunte irregolarità riguardanti il suo trasferimento nel 2013 dal Santos al club catalano. Neymar, insieme agli ex presidenti del Barça – Sandro Rosell e Josep Maria Bartomeu – e alcuni rappresentanti della società blaugrana così come del Santos, sono comparsi davanti al giudice per rispondere della denuncia presentata dal gruppo d’investimento brasiliano DIS.

Il gruppo DIS aveva diritto al 40% del trasferimento di Neymar, ma afferma di aver ricevuto un indennizzo inferiore perché parte della commissione dell’operazione è stata nascosta. Arrivato al Barcellona per la cifra ufficiale di 51,70 milioni di euro, il trasferimento del brasiliano ha sempre destato sospetti, al punto da allertare il fisco spagnolo, certo che l’ammontare dell’operazione sia in realtà di circa 107 milioni, bonus inclusi.

Tutti gli imputati hanno negato il presunto illecito. Il giocatore e il padre-agente sono infatti accusati di corruzione e rischiano una pena detentiva fino a due anni, oltre a una multa da 10 milioni di euro. Rosell rischia cinque anni di carcere per frode e corruzione, oltre a una multa di 10 milioni di euro.

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