venerdì, 26 Aprile 2024

Esplosione Ravanusa, si continua a scavare per cercare dispersi

Si continua a cercare anche a mani nude, nella speranza di estrarre vivi i 6 dispersi sotto le macerie delle 4 palazzine crollate la sera dell'11 dicembre, a Ravanusa, in via Trilussa. Dove quattro i palazzi crollati dopo una forte esplosione.

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I Vigili del Fuoco continuano a scavare senza sosta, anche a mani nude per cercare i 6 dispersi sotto le macerie delle 4 palazzine crollate la sera dell’11 dicembre, a Ravanusa, in via Trilussa. Sono quattro i palazzi crollati. Le vittime e i dispersi si trovano tutti in quello di quattro piani. Le altre tre palazzine, invece, sono state praticamente sventrate dall’onda d’urto generatasi dall’esplosione.

“È stato spaventoso. Sembrava una bomba atomica, abbiamo anche pensato che un aereo fosse caduto qui vicino. Siamo vivi per miracolo”, racconta un testimone che ieri sera era in via Trilussa al momento dell’esplosione. “Mia moglie stava allattando la bimba di 4 mesi quando abbiamo sentito lo scoppio e abbiamo pensato che l’edificio si fosse spostato – dice- subito con gli altri due miei figli, di 5 e 11 anni, siamo scesi per strada. C’erano vetri e fiamme ovunque. Tutti gli infissi scoppiati. Non capivamo se ci fosse stato il terremoto. La paura è stata tanta. Siamo davvero vivi solo per miracolo”.

Al momento, solo due donne sono state estratte vive dalle macerie, Rosa Carmina, di 80 anni, e la cognata Giuseppe Montana. Risultano dispersi Selene Pagliarello e Giuseppe Carmina, una giovane coppia in attesa di un bambino che dovrebbe nascere alla fine di questa settimana. Angelo Carmina, la cui moglie Enza Zagarrio è stata estratta senza vita. Al quarto piano vivevano Calogero Carmina, la moglie Gioachina Calogera Minacori, morta, e il figlio Giuseppe. Dalla palazzina accanto è stato estratto senza vita Pietro Carmina, il docente liceale, mentre Carmela Scibetta risulta dispersa.

Intanto, la Procura di Agrigento, con a capo Luigi Patronaggio, ha aperto un’inchiesta per fare chiarezza sull’accaduto. Al momento c’è un’ipotesi di reato per disastro e omicidio

colposo contro ignoti. Tutta l’area di oltre 10mila metri quadrati è stata posta sotto sequestro. La causa potrebbe essere stata una fuga di gas, forse dalle condutture della rete di distribuzione del gas, installata nel 1984. Ora si cerca di capire se tutto fosse a norma e sia stata svolta periodicamente la manutenzione ordinaria e straordinaria. Molti cittadini di Ravanusa hanno raccontato che da settimane si sentiva puzza di gas.

Nella serata di ieri, 12 dicembre, Italgas ha chiarito che: “Da una prima immediata analisi dell’evento emerge quanto segue:  Non risultano segnalazioni di alcun tipo giunte nell’ultima settimana al servizio di Pronto Intervento che lamentassero perdite di gas. A seguito dell’evento, la prima segnalazione è stata fatta telefonicamente dai Vigili del Fuoco alle ore 21:02 al CIS – Centro Integrato di Supervisione di Italgas Reti- dice Italgas – Il personale tecnico della Società è giunto sul posto alle ore 21:20″.

“L’intervento di primo sezionamento della rete, finalizzato alla messa in sicurezza della condotta, è iniziato alle ore 24 a seguito della relativa autorizzazione da parte dei Vigili del Fuoco. Alle ore 2:05 del 12/12 i tecnici di ItalgasReti hanno completato le operazioni di isolamento del tratto di tubazione che attraversa l’area interessata dall’evento”, ha spiegato la società. “La tubazione è in acciaio del diametro di 100 mm ed è esercita in bassa pressione. Sul tratto di condotta interessato non vi erano cantieri di ItalgasReti. La rete di distribuzione di Ravanusa è stata ispezionata interamente sia nel 2020, sia nel 2021”.

 

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