sabato, 20 Aprile 2024

Covid Lombardia, nel 2020 almeno 527 casi prima del Paziente di Codogno

Uno studio ha dimostrato che, molto prima del fatidico 20 febbraio 2020, in Lombardia c'erano state almeno 527 infezioni da coronavirus. Tra i pazienti vi erano anche 39 sanitari.

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Secondo uno studio condotto da Danilo Cereda dell’Unità organizzativa Prevenzione-Malattie infettive della direzione generale Welfare della Regione Lombardia, e da infettivologi e virologi delle Ats (Agenzie di Tutela della Salute), degli Ircss (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) e delle Aziende socio-sanitarie lombarde, quando fu accertato il caso Covid di Codogno, in realtà il coronavirus era già presente in Lombardia.

La ricerca, che verrà pubblicata a dicembre sulla rivista specializzata Epidemics – The Journal on Infectious Disease Dynamics, mostra che molto prima del 20 febbraio 2020 c’erano già 527 casi di persone con sintomi riconducibili al Covid. Si tratta di pazienti di età compresa fra i 57 e i 78 anni, tra cui circa 40 sanitari. Il coronavirus dunque “circolava già perlomeno in 222 dei 1506 Comuni lombardi”. Secondo le stime dei ricercatori, il tempo di trasmissione della malattia era di 6,6 giorni, e l’R0 (ossia il numero di riproduzione di base che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva) passava da 2,6 a Pavia a 3,3 a Milano. Solo dopo l’effettiva scoperta del primo caso è stato registrato un “trend in diminuzione” dell’R0, cioè in concomitanza dell’adozione delle prime misure di contenimento e del lockdown dell’8 marzo 2020.

Analizzando i registri ufficiali dei casi avvenuti in Lombardia durante la prima fase della pandemia, sono stati accertati 527 casi che mostravano sintomi da Covid ben prima del 20 febbraio 2020. Di questi, quasi il 90% è stato ricoverato in ospedale e il 27,5% è deceduto. Le infezioni hanno riguardato tutte le 12 province lombarde, con una percentuale maggiore a Lodi e Bergamo (pari al 53%). Inoltre, è stato accertato che alla partita di Champions League Atalanta-Valencia del 19 febbraio 2020, un numero compreso tra i 7.800 e gli 8.200 tifosi presenti al match, ha manifestato i sintomi tipici del virus entro le due settimane dall’evento e, una buona parte di questi, sottoponendosi al tampone, è risultato positivo al Covid-19 facendo inavvertitamente esplodere una vera e propria bomba. L’Rt, il tasso di contagio, ha mostrato un rapido innalzamento fino alla fine del mese di febbraio prima di cominciare la sua discesa. “Questo calo – si legge nello studio – inizia nei giorni immediatamente successivi alla scoperta del primo caso, ed è più marcato a Lodi, Bergamo e Cremona”, ossia nei comuni dove sono stati disposti immediatamente interventi come “la definizione di aree di quarantena a Lodi, l’aumento dello smart working e restrizioni allo sport al chiuso e ai servizi di ristorazione a Bergamo e Cremona”.

 

 

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