giovedì, 25 Aprile 2024

Cop26, la bozza Onu per l’accordo finale del vertice: cosa c’è scritto

Temperatura globale, combustibili fossili e fondo globale entro il 2023 per i Paesi meno sviluppati: ecco alcuni dei temi trattati nella prima bozza.

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Temperatura globale, combustibili fossili e fondo globale entro il 2023 per i Paesi meno sviluppati: ecco alcuni dei temi trattati nella prima bozza pubblicata dall’agenzia per il clima delle Nazioni Unite sulle decisioni politiche che i paesi produrranno al termine del vertice COP26. I negoziatori di quasi 200 paesi lavoreranno alla bozza per raggiungere un accordo finale prima della fine del vertice venerdì.

L’agenzia di stampa britannica, Reuters, ha riportato che, “la decisione finale della COP è sotto attenta osservazione per gli impegni a cui potrebbe vincolare i paesi per colmare il divario tra i loro attuali obiettivi climatici e l’azione più ambiziosa che gli scienziati ritengono necessaria per evitare livelli disastrosi di riscaldamento globale”. Nel documento viene posta l’attenzione sugli impatti devastanti della pandemia di Coronavirus e sul cambiamento climatico che “è una preoccupazione comune dell’umanità” per cui bisogna agire considerando “diritti umani, diritto alla salute, diritti dei popoli indigeni, comunità locali, migranti, bambini, persone con disabilità e persone vulnerabili, diritto allo sviluppo, parità di genere, empowerment delle donne ed equità intergenerazionale“.

Nella bozza “si esprime allarme e preoccupazione per il fatto che le attività umane hanno causato circa 1,1°C di riscaldamento fino ad oggi, che gli impatti si stanno già facendo sentire in ogni regione e che il carbonio budget coerente con il raggiungimento dell’obiettivo di temperatura dell’accordo di Parigi è stato rapidamente esaurito”. La bozza di documento “riafferma l’obiettivo globale di lungo termine di tenere l’aumento della temperatura globale media ben sotto 2 gradi dai livelli preindustriali, e di perseguire gli sforzi per limitare l’aumento di temperatura a 1,5 C dai livelli preindustriali“. Il documento prosegue invitando “le parti a considerare ulteriori opportunità di ridurre le emissioni di gas serra che non sono anidride carbonica”, “chiede alle parti di accelerare l’eliminazione del carbone e dei sussidi ai combustibili fossili” e “sottolinea l’importanza critica delle soluzioni basate sulla natura e degli approcci basati sugli ecosistemi, compreso proteggere e ripristinare le foreste, nel ridurre le emissioni e proteggere la biodiversità“. Inoltre, “accoglie favorevolmente gli impegni accresciuti presi dai Paesi sviluppati” per il fondo di aiuti ai Paesi meno sviluppati previsto dall’Accordo di Parigi, impegni che hanno l’obiettivo “di arrivare al più tardi nel 2023 al target dei 100 miliardi di dollari all’anno”. Infine, “la necessità di un aumento del sostegno delle parti ai Paesi in via di sviluppo, oltre l’obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno”. Quindi “nota con rammarico” che neppure il target dei 100 miliardi all’anno dal 2020 “è stato ancora raggiunto”.

 

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