Violenza e sangue, è quello che ha sempre attirato tutti i bambini.
Tutti da bambini volevamo giocare a uno “sparatutto” oppure a un Arcade dove i personaggi si prendevano a botte. Chiunque almeno una volta ha sussurrato tra di denti “muori” mentre premeva piĂą tasti possibili per vincere un game. La violenza nei videogiochi e nei film è sempre la stessa, ma ad essere diversi, oggi, sono i bambini. Sin dalla tenera etĂ i bambini vengono muniti di un telefonino, quell’apparecchio che serve per tenerlo buono per qualche minuto o per qualche ora davanti a dei video su Youtube o qualche cartone animato.Â
In un era digitale, dove anche il piĂą piccolo tra i bambini ha giĂ una connessione a internet è logico che i pericoli del web sono innumerevoli e dietro l’angolo, o meglio lo schermo. Se aggiungiamo il fatto di voler imitare una persona piĂą grande, è possibile che si imbatta in qualcosa che non è ancora in grado di capire.
La linea tra il giusto e lo sbagliato si assottiglia e fare un gioco imitando una serie tv o un videogame non sembra essere immorale, se visto dai loro occhi.
In questo periodo la serie tv “Squid game”, sta facendo parlare molto di sĂ©. Dalle chiamate al numero per sbaglio ancora attivo per partecipare al game mortale, ora si aggiungono i bambini che a scuola o a casa emulano i famosi giochi.
Le varie lamentele arrivano proprio dai genitori che vogliono aprire una petizione per fermare la serie tv, essendo molto pericolosa per i più piccoli. Nonostante la limitazione della visione ai minori di 14 anni, la serie coreana è molto in voga anche nelle scuole primarie. I bambini tramite diversi social quali TikTok possono vedere quasi ogni parte della serie.
“A mia figlia hanno rovesciato lo zaino fuori dalla finestra dell’aula perchĂ© ha perso a Squid Game”, questa è una delle testimonianze delle famiglie preoccupate dei bambini.
La discussione sui social continua, in diversi gruppi e post. C’è chi scarica tutta la colpa su Netflix e i vari social e chi invece incolpa le famiglie di non essere attente a cosa guardano i propri figli, incitando di dare una buona educazione e di staccarli dai dispositivi tecnologici a cui sono diventati dipendenti.
Nel frattempo è stata aperta una raccolta firme su Change.org dal titolo “Fermiamo lo Squid game”. La raccolta firme è diretta alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza dalla Fondazione Carolina. La Onlus ha infatti spiegato che davanti alla preoccupazione delle famiglie serve un’azione concreta.