sabato, 27 Aprile 2024

Riforma pensioni, caos proposte. Tridico: “La pensione in due tempi è la più flessibile”

Tra le nuove proposte per la Riforma delle pensioni ci sarebbero quota 102, quota 104 e la pensione in due tempi illustrata da Pasquale Tridico in Parlamento. È scontro tra Pd- Lega per il nuovo sistema da adottare.

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Tra le nuove proposte in merito alla Riforma delle pensioni, e in sostituzione della quota 100, non ci sarebbero solo la quota 102, la quota 104 e quella “più flessibile” dei sindacati, bensì anche la pensione in due tempi. A presentarla in Parlamento è stato Pasquale Tridico – Presidente Inps – che la illustra come l’unica soluzione veramente flessibile e finanziariamente compatibile nei costi. Si tratterebbe di anticipare, a chi ha già compiuto i 63 ed i 64 anni di età e volesse non lavorare più, solo la quota contributiva della pensione, rinviando l’assegno totale con la parte retributiva, nel momento in cui si compiono 67 anni. Quando si raggiunge invece la pensione di vecchiaia al lavoratore andrà l’assegno pieno, comprendente quindi sia la quota retributiva che quella contributiva.

Per “prendere parte” a questo tipo di pensionamento oltre ad avere l’età indicata, bisognerà essere in possesso di almeno 20 anni di contributi e di aver raggiunto, al momento della scelta, una quota contributiva o pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale. Si esclude la possibilità di ricorrere a tutto questo se si è in possesso del Reddito di cittadinanza, l’ape sociale e l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale. Secondo la stima dell’Inps tra il 2022 ed il 2021 si potranno attivare su per giù 203mila pensioni aggiuntive, da sommare alle altre 129mila dal 2025 al 2027 per un totale di 332mila pensioni dal 2022 al 2027. Per quanto riguarda i costi invece, in questo lasso di tempo, si arriverebbe intorno ai 4,2 milioni di euro, fino ad arrivare nel 2031 a circa 2 milioni di euro.

Questa proposta, nonostante sia secondo Tridico una “decisione politica”, è stata oggetto di critiche da parte della Cgil, Cisl, Uil ma anche di partiti politici come la Lega. La tensione su questo tema è alta, si spera solo fino a giovedì, quando potrebbe essere convocato il Consiglio dei Ministri per l’approvazione della Legge di Bilancio. Se da una parte la Lega vuole fortemente il sistema della Quote, dall’altro Enrico Letta ritiene che finora questo sia stato solo un errore, che ha lasciato con l’amaro in bocca molti, soprattutto le donne. Per loro e per i giovani ci sarà da combattere, secondo Letta, durante la Legge di Bilancio.

Anche Carlo Bonomi – Presidente di Confindustria – esprime la sua contrarietà a quota 100, 102 e 104: “Ricordo che ci era stato detto che per uno che andava in pensione venivano assunti in tre, nella realtà l’effetto è di 0,4, quindi non abbiamo neanche l’effetto sostitutivo. Stiamo pensionando chi un lavoro ce l’ha e non stiamo offrendo un lavoro ai giovani. Noi riteniamo invece che si debba lavorare sui lavori usuranti, sui quali effettivamente c’è un problema. Va rivisto lavoriamo su quello”.

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