martedì, 16 Aprile 2024

Caso Regeni, dopo 5 anni a processo gli 007 egiziani: il Governo sarà parte civile

Il legale della famiglia Regeni, Alessandra Ballarini, ha chiesto di sentire il presidente Al Sisi e suo figlio Mahmood e i presidenti del Consiglio che si sono alternati in questi cinque anni, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte e Mario Draghi.

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Domani, inizia il processo a carico dei quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano morto in Egitto nel febbraio del 2016. Dalla Presidenza del Consiglio hanno fatto sapere che il Governosi costituirà parte civile a fianco della famiglia di Gilio. Nella prima udienza, davanti alla terza Corte d’Assise, verrà subito affrontato il nodo dell’assenza in aula degli imputati: il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif; l’assenza nasce della mancata collaborazione egiziana, che non ha comunicato gli indirizzi dei quattro imputati, impendendo così la notifica degli atti. La Procura di Roma contesta a tutti e 4 i reati di sequestro di persona pluriaggravato, mentre nei confronti di un imputato anche il concorso in lesioni personali aggravate e il concorso in omicidio aggravato.

Il legale della famiglia Regeni, Alessandra Ballarini, ha chiesto di sentire il presidente Al Sisi e suo figlio Mahmood e i presidenti del Consiglio che si sono alternati in questi cinque anni, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte e naturalmente Mario Draghi, i ministri degli Esteri, i sottosegretari con delega ai Servizi e i vertici dell’intelligence italiana, mentre la Procura ha intenzione di ascoltare i testimoni, la cui identità è ancora tenuta nascosta, che hanno visto Giulio nei nove giorni di prigionia, prima che fosse ucciso e tutti coloro che hanno mandato a morte il giovane, tra cui il suo vicino Mohammed Abdallah.

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