giovedì, 28 Marzo 2024

Clan Mallardo, confiscati beni immobili per oltre 17milioni di euro

La Guardia di Finanza ha confiscato beni per oltre 17 milioni di euro riconducibili al clan, intestati a Michele Palumbo, condannato a 12 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

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La Guardia di Finanza di Napoli, su disposizione del Tribunale del capoluogo, ha proceduto alla confisca, tra il territorio campano e laziale, di un patrimonio di 17.600.000 euro appartenente a Michele Palumbo, nato a Villaricca nel 1952, facente parte del clan Mallardo. Le Fiamme Gialle hanno acquisito 17 unità abitative tra Giugliano, Aversa, Mentana e Monterotondo; 11 terreni nel comune di Mentana; quote ed immobili relativi ad una società operante nel settore immobiliare con sede a Fonte Nuova, Roma – tra l’altro riconducibili al Palumbo e alla sua famiglia. Tutto questo ora è stato “trasferito” e fa parte del patrimonio dello Stato.

Le indagini, delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ed eseguite dagli
specialisti del G.I.C.O. partenopeo partono dal 2010 e si protraggono fino al 2021. In questi anni ci sono stati diversi provvedimenti di sequestro preventivo e di misure di prevenzione patrimoniali disposti dai Tribunali di Roma e Napoli nei confronti anche del Palumbo. Come emerso nelle sentenze del Tribunale di Napoli, il clan Mallardo ha investito i propri proventi illeciti in attività immobiliari facenti capo al Palumbo ed a una sua società nel settore edile. Il rapporto con il clan era stato favorito dal genero di Michele Palumbo, Giuseppe D’Alterio,
nato a Villaricca nel 1977, esponente di rilievo della famiglia Mallardo, per conto del quale si interessava di diversi settori economici quali quello edilizio, immobiliare nonché della distribuzione del caffè agli esercizi commerciali del giuglianese e del casertano, dove prendeva commesse anche in zone controllate da clan camorristici alleati, come il Clan dei Casalesi.

Il monitoraggio fatto dal G.I.C.O. di Napoli ha fatto emergere, anche grazie ai riscontri  attraverso l’utilizzo delle banche dati in uso al Corpo e agli accertamenti bancari, una marcata sproporzione tra le fonti di reddito lecite di cui il soggetto disponeva ufficialmente ed il patrimonio di beni mobili e immobili di rilevante valore accumulati negli anni. Michele Palumbo è stato condannato a 12 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

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