sabato, 27 Luglio 2024

Milano, omicidio della figlia di 18 mesi: richiesta di assoluzione per Alessia Pifferi

Alessia Pifferi non avrebbe avuto l'intenzione di uccidere la figlia, evidenziando il contesto difficile in cui è cresciuta e sottolineando la sua incapacità di prendersi cura di Diana

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Nel tribunale di Milano, si è tenuta la requisitoria riguardante il caso di Alessia Pifferi, accusata dell’omicidio aggravato della sua stessa figlia, Diana, avvenuto quando la bambina aveva appena 18 mesi. Mentre l’avvocato difensore, Alessia Pontenani, ha chiesto l’assoluzione di Pifferi, sostenendo che la madre non avesse intenzione di uccidere la figlia, l’avvocato di parte civile, Emanuele De Mitri, ha sostenuto che Pifferi fosse colpevole dell’omicidio e ha richiesto il risarcimento per la madre e la sorella della vittima.

Secondo la difesa, Alessia Pifferi non avrebbe avuto l’intenzione di uccidere la figlia, evidenziando il contesto difficile in cui è cresciuta e sottolineando la sua incapacità di prendersi cura di Diana. D’altro canto, l’avvocato De Mitri ha insistito sul fatto che Pifferi avesse volontariamente abbandonato la figlia, causandone la morte, e ha respinto l’idea che ci fossero elementi a favore dell’imputata.

L’avvocato di parte civile ha anche criticato l’atteggiamento di Pifferi, definendola “presuntuosa” e “lussuriosa”, e ha negato qualsiasi coinvolgimento da parte della famiglia nell’abbandono della bambina. Ha quindi chiesto un risarcimento per la madre e la sorella della vittima come danno d’immagine, considerando il dolore che la famiglia sta già affrontando.

Il caso ha sollevato dibattiti sulle responsabilità di Alessia Pifferi e ha portato alla luce le difficoltà e le tragedie legate alla cura dei bambini in contesti familiari problematici.

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