venerdì, 17 Maggio 2024

Hamas, ultimatum sui prigionieri: “Non torneranno vivi se non accettate le nostre condizioni”

In risposta alle accuse di stupri commessi da Hamas durante l'attacco dell'7 ottobre, l'Onu ha annunciato che Pramila Patten, rappresentante speciale del segretario generale sulla violenza sessuale nei conflitti, si recherà in Israele e in Cisgiordania per raccogliere informazioni.

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In un’escalation di tensione, il gruppo palestinese Hamas ha emesso un duro ultimatum, dichiarando che gli ostaggi detenuti a Gaza non saranno rilasciati finché il primo ministro israeliano Netanyahu e i comandanti dell’esercito non accetteranno le condizioni imposte da Hamas. Tra le richieste figura la cessazione totale delle ostilità nella Striscia di Gaza. Le dichiarazioni provengono da Osama Hamdan, membro dell’ufficio politico di Hamas. L’annuncio arriva nel contesto dell’apertura del processo per genocidio contro Israele all’Aja, suscitando tensioni ulteriori.

Hamdan ha sottolineato che “parlare dell’uscita della resistenza dalla Striscia di Gaza è una mera illusione”, respingendo una proposta mediatica di esilio dei leader di Hamas in cambio di un cessate il fuoco permanente. Una fonte israeliana aveva precedentemente suggerito un possibile piano sostenuto dal Qatar che prevedeva il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia in cambio dell’esilio dei capi di Hamas e del rilascio graduale degli ostaggi palestinesi. Tuttavia, Hamdan ha ribadito che “non ci saranno iniziative se non si parla della fine totale della guerra”.

Contemporaneamente, le forze israeliane operanti a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, hanno individuato un tunnel in cui erano trattenuti gli ostaggi di Hamas. Il portavoce delle IDF, contrammiraglio Daniel Hagari, ha confermato che le operazioni continuano con determinazione, sia sopra che sotto terra, affermando di aver localizzato un tunnel dove gli ostaggi erano detenuti in condizioni difficili.

In risposta alle accuse di stupri commessi da Hamas durante l’attacco dell’7 ottobre, l’Onu ha annunciato che Pramila Patten, rappresentante speciale del segretario generale sulla violenza sessuale nei conflitti, si recherà in Israele e in Cisgiordania per raccogliere informazioni. La missione non sarà di natura investigativa ma mira a incontrare sopravvissuti, testimoni, e altri colpiti dalla violenza sessuale, cercando modi per supportarli e raccogliendo dati che saranno inclusi in un rapporto annuale sulla violenza sessuale.

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