venerdì, 29 Marzo 2024

Mafia nigeriana, dopo 13 anni di indagini è stata fermata Jeff Joy: una tra i 100 latitanti più ricercati

La donna era da tempo presente sulla lista dei 100 latitanti più pericolosi. L'Interpol ha quindi terminato la sua lunga ricerca di 13 anni per la boss criminale che è condannata in via definitiva a 13 anni di reclusione.

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È arrivata stamattina all’aeroporto di Roma Ciampino una delle donne latitanti più ricercate al mondo, Jeff Joy. La 48enne nigeriana era ricercata internazionalmente dal 2010 con “red notice” e accusata di associazione a delinquere, riduzione in schiavitù, tratta di persone, sfruttamento della prostituzione. La criminale era a capo della mafia nigeriana, anche chiamata “black mafia”.

La donna era da tempo presente sulla lista dei 100 latitanti più pericolosi, redatto dal Gruppo Integrato Interforze per la Ricerca dei Latitanti della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ed è stata arrestata il 4 giugno 2022 in Nigeria dai servizi locali di intelligence. L’Interpol ha quindi terminato la sua lunga ricerca di 13 anni per la boss criminale che è condannata in via definitiva a 13 anni di reclusione.

Secondo le indagini svolte dal 2006 al 2007 dalla Squadra Mobile di Ancona, Joy era la mente organizzatrice dell’arrivo in Italia, Olanda e Spagna di ragazze nigeriane che venivano inserite in organizzazioni criminali attive nella prostituzione. La boss infondeva terrore nelle vittime attraverso violenza e minacce che includevano anche le loro famiglie rimaste in patria. La localizzazione di Jeff Joy è frutto dell’eccellente collaborazione assicurata dall’Esperto per l’Immigrazione italiano in Nigeria che ha sostenuto l’azione delle forze di polizia locali per individuare il luogo dove la donna viveva, a testimonianza delle potenzialità operative offerte dalla rete italiana di Esperti per la sicurezza che operano in 84 Paesi del mondo, tra accrediti primari e secondari.

L’estradizione della latitante rappresenta il primo caso nell’attuazione del Trattato di estradizione entrato in vigore nel 2020 ed è stata possibile grazie all’attività svolta sul posto della magistratura inquirente nigeriana e all’impulso dell’Ambasciatore italiano in Nigeria in collaborazione con il Ministero della Giustizia italiano. La procedura estradizionale, avviata subito dopo l’arresto, ha superato un primo step con la decisione favorevole emessa dal Giudice dell’Alta Corte Federale di Abuja in Nigeria a cui è seguita la conferma dell’autorità politica, resa ufficiale in occasione dell’incontro avvenuto del 10 febbraio scorso tra il Ministro della Giustizia nigeriano Abubakar Malami che ha personalmente informato l’Ambasciatore italiano Stefano De Leo della decisione di consegnare Jeff Joy alle autorità italiane.

“L’Africa”, ha sottolineato a margine dell’operazione il prefetto Vittorio Rizzi, direttore centrale della polizia criminale da cui dipende la cooperazione internazionale operativa di polizia “si conferma oggi un’area strategica per la ricerca latitanti e il contrasto al crimine organizzato. I Paesi africani in via di sviluppo rappresentano poi dei luoghi elettivi per il riciclaggio dei capitali illeciti della criminalità organizzata e l’Italia è impegnata a livello internazionale per agevolare, attraverso strumenti penali ed amministrativi, il tracciamento dei patrimoni illeciti delle mafie per il loro sequestro e confisca”.

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