giovedì, 25 Aprile 2024

Cambiamenti climatici, siccità sulle Alpi: gli ambientalisti chiedono intervento

La siccità nelle alpi e nei fiumi e laghi preoccupa Legambiente che chiede un intervento in 8 punti.

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C’è siccità in laghi e fiumi, Legambiente lancia l’appello: “Il governo delinei una strategia nazionale”.

Legambiente è preoccupata per la siccità sulle Alpi e Appennini. Secondo i dati di Cima Research Foundation ci sarebbe il 53% di neve in meno sull arco alpino, in particolare il bacino del Po, con un deficit del 61%. La neve è dimezzata sulle Alpi, e fiumi e laghi sono in secca come la scorsa estate, i corsi d’acqua hanno raggiunto uno stato di severità idrica “media” in tre delle sette autorità di distretto.

sci mancanza di neve repubblica

L’associazione Legambiente chiede un immediato intervento per non rischiare le problematiche avute nella scorsa estate, evitare gli sprechi d’acqua ed usare delle strategie per garantire il fabbisogno idrico. Come spiega l’associazione, “la domanda di acqua per uso agricolo si aggiungerà agli attuali usi civili e industriali che sono già in sofferenza e il fabbisogno idrico nazionale sarà insostenibile rispetto alla reale disponibilità”.

Divide la proposta di soluzione in otto pilastri:
1) favorire la ricarica controllata della falda facendo in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio invece di scorrere velocemente a valle fino al mare;
2) prevedere l’obbligo di recupero delle acque piovane con l’installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità e attraverso misure di de-sealing in ambiente urbano;
3) in agricoltura prevedendo laghetti e piccoli bacini;
4) interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione;
5) implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura, attraverso le modifiche normative necessarie;
6) riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti;
7) utilizzare i criteri minimi ambientali nel campo dell’edilizia per ridurre gli sprechi;
8) favorire il riutilizzo dell’acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti; introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti.

Spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente “Il 2023 è appena iniziato, ma sta mostrando segnali preoccupanti in termini di eventi climatici estremi, livelli di siccità. Bisogna da subito ridurre i prelievi nei diversi settori e per i diversi usi prima di raggiungere il punto di non ritorno. Serve poi adottare una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare”

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