sabato, 20 Aprile 2024

Si spaccia per modella e adesca un 24enne, scoperto l’inganno il ragazzo si suicida: 64enne condannato a pagare 825 euro

Un uomo di 64 anni ha rubato le foto di una modella per fingersi online come una ragazza. Il 24enne è caduto nel tranello. Dopo un anno ha scoperto casualmente l'inganno e si è suicidato. La Procura ha chiesto l’archiviazione del reato principale, chiedendo e ottenendo per il 64enne un decreto penale di condanna per "sostituzione di persona".

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In balìa della disperazione si è suicidato a soli 24 anni perché aveva scoperto di essere stato truffato online: la relazione avviata in rete con una bellissima ragazza, in realtà, era tutta una farsa. Dietro le foto di “Irene”, questo il nome della ragazza con cui il giovane Daniele pensava di chattare, c’era un 64enne impostore che si è preso gioco del ragazzo e l’ha manipolato. Siamo a Forlì e Daniele si è tolto la vita impiccandosi alla soffitta della sua abitazione il 23 settembre 2021. Il cadavere è stato ritrovato dai genitori che ad oggi chiedono ancora giustizia.

La vicenda: come tutto è iniziato

La conoscenza è avvenuta sul web, come spesso accade tra i giovani che ricorrono ai dating online, per poi sbarcare sull’app di messaggistica più famosa: WhatsApp. Daniele è riuscito a fidarsi del 64enne travestito da una bellissima ragazza di circa 20 anni; aveva sfogliato le foto di “Irene”, gli era piaciuta, e aveva iniziato la conversazione. Un fiume in piena di parole, in circa un anno sono stati contati più o meno 8mila messaggi e a volte si raggiungevano quasi le 17 ore giornaliere in cui i due si sentivano e si recitavano promesse d’amore, in cui sognavano in grande e la bella Irene gli diceva che si sarebbero sposati e avrebbero avuto dei figli.

Daniele scopre l’inganno

Il 64enne originario di Forlimpopoli, in provincia di Forlì-Cesena, aveva ingannato Daniele fingendosi online “Irene”. L’uomo si era appropriato delle foto di una modella e le aveva spacciate per proprie. Mentre navigava su internet, Daniele si è imbattuto casualmente in quelle foto e gli è crollato il mondo addosso assieme a tutte le promesse. Ha subito chiesto spiegazioni alla “finta Irene” che ha tagliato corto e ha scaricato il giovane come se non contasse più nulla. Il 24enne, preso da sgomento e disperazione, si è impiccato. Ha lasciato questo mondo con una lettera di addio ai familiari: “Non ve l’ho mai detto, ma vi voglio un mondo di bene“. È toccato ai genitori trovare il cadavere del figlio. Inizialmente non sapevano la motivazione del gesto estremo; in seguito, hanno scoperto le chat con “Irene” e hanno denunciato il 64enne.

La decisione della Procura

Non essendoci stata estorsione di denaro, a giugno la Procura ha ritenuto di chiedere l’archiviazione di quello che appare come il reato principale, chiedendo e ottenendo per il 64enne un decreto penale di condanna per “sostituzione di persona“, ma la condanna è stata convertita in una sanzione pecuniaria di 825 euro. In questo modo è stato archiviato il reato di “morte come conseguenza di un altro reato”. L’articolo 586 del codice penale che recita: “Quando da un fatto preveduto come delitto doloso deriva, quale conseguenza non voluta dal colpevole, la morte o la lesione di una persona, si applicano le disposizioni dell’articolo 83, ma le pene stabilite negli articoli 589 e 590 sono aumentate”.

La famiglia chiede giustizia

La famiglia non è soddisfatta della decisione presa in aula. L’avvocatessa Sabrina Martini del foro di Forlì porta avanti la tesi della consequenzialità tra il delitto doloso e l’evento mortale. È stata presentata opposizione alla richiesta di archiviazione e si è in attesa dell’udienza, anche se nessuna sentenza riporterà Daniele in vita.

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