mercoledì, 1 Maggio 2024

Colf e badanti, non è più solo un lavoro per donne: al Sud nel settore domestico il 30% sono uomini

Il III Rapporto DOMINA dell'Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro rileva che negli ultimi anni fare le faccende domestiche o essere una badante è diventato anche un lavoro da uomini

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“Sebbene il lavoro domestico sia tuttora in gran parte gestito da donne, in Italia come nel resto del mondo, la componente maschile è tutt’altro che marginale, soprattutto in alcune realtà territoriali. È importante quindi tenerne conto quando si affronta il tema: “i colf” e “i badanti” sono figure professionali con caratteristiche molto diverse rispetto a quelle femminili, e necessitano quindi di servizi e tutele particolari.” Così Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA. Il lavoro di colf, o badante, e qualsiasi altra attività legata all’essere casalinga è da sempre visto come un lavoro prettamente femminile ma secondo il III Rapporto DOMINA dell’Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro, negli ultimi anni fare le faccende domestiche o essere una badante è diventato anche un lavoro da uomini. Questo cambio di rotta si nota particolarmente nelle province del Sud, per esempio a Palermo e Messina il 30% dei colf sono uomini.

Questo fenomeno non si ferma solamente al Bel Paese, secondo il rapporto ILO 2021, pubblicato in occasione dei 10 anni della convenzione 189/2011, i lavoratori domestici di sesso maschile sono circa 18 milioni, con un picco massimo del 31,6% in Africa e del 63,4% nei paesi arabi. Tornando però in Italia, i dati condivisi dall‘INPS mostrano l’evoluzione del lavoro domestico tra il genere maschile: La percentuale più alta si è ottenuta nel 2012 con un 18,9%, diminuita l’anno successivo, per risalire soltanto nel 2020 con il 12,4%. Con i suoi dati l’osservatorio DOMINA mostra come questi lavoratori siano dei giovani e stranieri che svolgono mansioni di addetti alle pulizie, parlando di numeri questi lavoratori rappresentano il 12,4% della totalità dei domestici. In questo gruppo prevale il lavoro di colf rispetto all’assistenza alla persona, probabilmente per ore di lavoro minori rispetto a quello di una/un badante.

Secondo i dati dell’INPS l’età media dei lavoratori maschili è di 43 anni contro i 49 anni della parte femminili. Se parliamo di incidenza nelle regioni italiane, è bene osservare che nella provincia del capoluogo siciliano è presente la maggiore incidenza di uomini che svolgono il lavoro domestico, ed è del 28,4% se si considera l’intera categoria, se invece prendiamo in considerazione solamente i colf l’incidenza sale al 32,4%. Restando sempre al Sud sono altre 4 le province con il dato più alto: a Messina si parla del 26,7%, a Napoli c’è il 23%, a Reggio Calabria la percentuale è del 21,8% e a Catania è del 21%. In altre province, come Gorizia, i dati cominciano a scendere con solo 110 operatori maschili nel settore domestico. Un altro ribasso lo si registra ad Udine dove su 9mila lavoratori domestici solo 500 sono uomini.

In queste province quindi l’incidenza di lavoratori domestici maschili è molto bassa , essendoci molto meno personale maschili ma comunque più specializzato verso il ruolo di Badante, scende anche la presenza di lavoratori stranieri che si va quasi ad annullare in province come quella di Oristano dove la percentuale è solo del 9%. Il lavoro domestico quindi ha cominciato ad interessare anche il genere maschile, arrivando anche a costituire una grossa percentuale.

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