venerdì, 19 Aprile 2024

Covid Italia, Crisanti: “Terza dose andava fatta da giugno”

L'esperto non è convinto sulle nuove disposizioni che non prevedono l'isolamento precauzionale per chi è vaccinato e per chi ha fatto il richiamo.

Da non perdere

Riguardo all’ultimo decreto legge sull’emergenza Covid, approvato ieri in Consiglio dei Ministri, il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, Andrea Crisanti, ha dichiarato: “Mi sembrano misure non sostenute dai dati”. L’esperto, infatti, non è convinto sulle nuove disposizioni che non prevedono l’isolamento precauzionale per chi è vaccinato con due dosi da meno di 4 mesi (o è guarito da meno di 120 giorni) e per chi ha fatto il richiamo.

“Dal provvedimento traspare la mancanza di opzioni” di fronte al boom di positivi e alla crisi del sistema dei tamponi. “Si poteva evitare questa situazione? Penso che si sarebbe sicuramente potuta mitigare facendo le terze dosi quando dovevano essere fatte, cioè a partire da giugno. Il peccato originale è di non pensare in anticipo”.

“Non si può fare affidamento solo sui vaccini e rinunciare a tracciare”, ha osservato. “La corsa alle farmacie e il boom dei tamponi sono la dimostrazione del fatto che le persone si sentono lasciate in balia di sé stesse. Ad agosto-settembre dell’anno scorso avevo proposto di creare una rete di laboratori in grado di fare oltre 500mila test molecolari al giorno a 2 euro l’uno. Ma abbiamo rinunciato a fare tutto questo, non si è fatto nulla sul tracciamento. L’unica cosa positiva è l’obbligo di mascherina Ffp2 sui mezzi pubblici e in molti altri contesti”. Invece, riguardo a chi entra in contatto stretto con positivi, “Non si può pensare che le persone facciano autoisolamento, autodiagnosi e auto tracciamento”.

Ultime notizie