Il programma radiofonico di Marco Mazzoli e il suo “Zoo di 105” è nel mirino delle critiche soprattutto a causa di due puntate della trasmissione, quella del 26 ottobre e dell’11 dicembre dello scorso anno. Il programma dal linguaggio irriverente che tiene compagnia milioni di persone e a ogni giorno per due ore non si perde una puntata, debuttato nel 1999 ora dovrà fare i conti con l’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Nelle due puntate sembrerebbe, infatti, che siano state superate le 247 parolacce consentite in 4 ore di on air, violando in questo modo le regole del Testo Unico della radiotelevisione.
Il programma non sembrerebbe a rischio ma le tasche della società sì. Infatti, la società a cui fa capo Radio 105 dovrà pagare una sanzione di 125mila euro. Questo risarcimento sarebbe per tutte quelle frasi che sono risultate idonee a nuocere allo sviluppo fisico, psichico e/o morale dei minori. Oltre a creare turbamento, nello svolgimento e formazione della personalità.
Un’accusa esagerata a detta di molti sui social, visto il costante uso di parolacce, o di espressioni grezze e spregiudicate per intrattenere. Ma l’Agcom non sembra affatto d’accordo su tutto ciò e continua la sua lotta, questa volta prendendosela con lo “Zoo di 105” che di certo non è rimasto a subire in silenzio.
Mazzoni, infatti aveva replicato: “Sono tra lo sconvolto e l’incredulo. Ci hanno sospeso e multato perché diciamo parolacce? Sono dieci anni che le diciamo e il Garante se ne accorge solo adesso? Non è lo Zoo che insegna le volgarità alla gente, ma è semplicemente lo specchio della nostra società. Lo Zoo parla come il popolo, pensa e dice quello che il cittadino vorrebbe gridare in faccia a chi ci governa”.