Oggi nuova udienza per Patrick Zaki, la seconda, che si svolge a Mansura, città d’origine dello studente egiziano dell’Università di Bologna, detenuto in carcere ormai da quasi 20 mesi. Anche questa udienza si svolge dinanzi ad una Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori (o d’emergenza).
Intanto ieri a Bologna si è svolta l’ennesima manifestazione a sostegno di Patrick: in più di 300, tra cui anche il sindaco Virginio Merola, si sono riuniti con striscioni e ritratti dello studente attivista dell’Alma Mater di Bologna. Un presidio in Piazza Maggiore per la vigilia dell’udienza che si terrà oggi; un’iniziativa che si ripete da 19 mesi, il giorno prima di ogni udienza, come spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: “Sono 19 mesi e mezzo che, alla vigilia di ogni udienza o in questo caso del processo, abbiamo deciso di scendere in piazza e passiamo da momenti di speranza a momenti di pessimismo”.
“Sappiamo che ogni momento può essere decisivo, dobbiamo essere pronti al meglio a una decisione che ponga fine al calvario di Patrick, ma dobbiamo anche essere pronti al peggio”. Poi ha continuato “in Egitto, si può condannare una persona in 5 minuti, senza problemi. Non sappiamo domani cosa succederà: se dovesse essere condannato un giorno quella condanna arriverà sul tavolo di Al-Sisi, che ha il potere di concedere la grazia. E allora tutti, tutti dovremo dire che il problema non è giuridico, ma politico. E il premier Draghi”, ha proseguito Noury, “dovrà pretendere la libertà per Patrick. Patrick deve tornare qui. Dire che, per una persona innocente, ci accontentiamo di cinque anni di detenzione è una infamia, noi non molliamo”.
Il sindaco di Bologna ha dichiarato: “Mi auguro che questo ‘silenzio operativo’ non ci faccia accontentare: spero che domani sia una giornata migliore e di speranza e che si faccia giustizia in nome della libertà e dei diritti umani”.