martedì, 16 Aprile 2024

World Radio Day, storia ed evoluzione della radio “quell’elettrodomestico sentimentale”

Oggi 13 Febbraio è il World Radio Day istituito dall' Unesco. Da Guglielmo Marconi fino ai podcast e alle web radio, come la radio si prepara alla nuova era digitale.

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La radio è quell’elettrodomestico sentimentale in grado di toccare intimamente, personalmente, quasi tutti”. Oggi, 13 febbraio 2023, si festeggia il World Radio Day. La giornata mondiale dedicata alla radio è stata istituita nel 2011 dall’UNESCO e adottata per la prima volta l’anno successivo a seguito dell’approvazione da parte dell’assemblea dell’ONU.

Quest’anno il tema istituito in occasione del World Radio Day è la pace. Questa la motivazione: La radio come fomentatrice di conflitti ma anche – e soprattutto – moderatrice, mezzo che fornisce le basi per una democrazia sostenibile e un buon governo raccogliendo prove su ciò che sta accadendo, informando i cittadini in termini imparziali e basati sui fatti. E per questo motivo l’UNESCO ha deciso di dedicare l’edizione di quest’anno alla radio indipendente, pilastro per la prevenzione dei conflitti e la costruzione della pace.

Difficile assegnare il merito della sua invenzione ad una sola persona: è il risultato delle intuizioni di James Clerk Maxwell, che a fine ‘800 spiegò per primo il modo in cui le onde elettromagnetiche si propagano nello spazio, ma anche di Oliver Lodge che creò uno strumento in grado di intercettarle.

Sino al nostro Guglielmo Marconi, l’inventore del radiotelegrafo. Fu lui a riuscire a trasmettere il segnale (fatto di linee e punti) prima a 2 chilometri di distanza, poi a 100, e infine a migliaia di chilometri attraversando l’Oceano Atlantico. E dai codici Morse di Marconi si passò all’amplificatore a triodo di Lee De Forest che riusciva a muovere le membrane degli altoparlanti trasformando i segnali in suoni.

Il primo programma vocale alla radio risale al 1919, quattro anni dopo Maria Luisa Boncompagni annunciava alla Unione Radiofonica Italiana il concerto che inaugurava l’avvio delle trasmissioni nel nostro Paese. Era il 6 ottobre 1924.

In quell’anno nacque l’Uri, Unione Radiofonica Italiana che poi divenne Eiar (Ente italiano per le audizioni radiofoniche). Nel 1944 l’Eiar cambia il suo nome in Rai, Radio Audizioni Italiane. Ma la svolta decisiva si ebbe nel 1976 con la liberalizzazione dell’etere, nacquero così le radio libere. Radio Ciroma 105.7 di Cosenza, insieme a Radio Onda Rossa di Roma, Radio Onda d’Urto di Brescia, Radio Popolare a Milano, per citarne alcune, totalmente autogestite e autofinanziate e non commerciali, presenti nell’etere e nel panorama radiofonico italiano.

La radio si trasforma assumendo nuove vesti, come quella di web radio e podcast. Gli anni Venti del Duemila preparano la strada al nuovo mondo digitale. I consumi di contenuti audio sono in decisa crescita, la voce si è fatta elemento essenziale anche nei social, la qualità delle tecnologie per l’ascolto immersivo è sempre più perfetta e la radio, seppur in forme diverse, continua ad essere uno dei mezzi più utilizzati per far arrivare un messaggio.

Lo standard Digital Audio Broadcasting (DAB) sta soppiantando la classica radio FM e in alcuni Paesi è l’unica modalità disponibile di ascolto. La radio segue lo sviluppo della tecnologia, e la tecnologia trasforma la radio fino a modificarne radicalmente la struttura riuscendo a mantenerne intatto il senso della sua esistenza. Ora la radio digitale la si ascolta dalla propria auto, dallo smartphone, dagli smart speaker, le applicazioni scavalcano i confini e possiamo goderci un talk show trasmesso dall’altro capo del mondo standocene tranquillamente seduti sul divano del nostro salotto.

Senza dimenticare che ora per aprire una radio bastano un computer e una connessione internet: chiunque, potenzialmente, può averne unaIl più, forse, è saperla fare, la radio. Perché per emergere significa proporre sempre qualcosa di interessante, che si tratti di approfondimenti o di musica.

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